Ancora Boeing nel mirino delle autorità di tutto il mondo. Non si placano le polemiche sulla pessima costruzione e sugli innumerevoli problemi accorsi in fase di test al Boeing 737 Max, che hanno causato però ben due incidenti. I disastri aerei avvenuti in Indonesia e in Etiopia hanno determinato però la morte di oltre 340 persone. A questi due si aggiunge un terzo incredibile incidente avvenuto in Florida, fortunatamente senza seminare vittime.
A distanza di pochi giorni però ulteriori difetti legati ad un assemblaggio troppo superficiale al Boeing 737 Max sono usciti fuori. Stiamo parlando di un lotto di lamelle alari difettose e un problema al microprocessore che lavora in simbiosi col famigerato sistema MCAS.
Per chi non lo conoscesse, MCAS sarebbe il sistema inserito a bordo del velivolo per evitare lo stallo in fase di decollo. A causa di un software forse troppo immaturo per la messa in commercio, tale meccanismo non ha funzionato a dovere. Per i piloti è risultato impossibile riprendere il controllo durante i due disastri sopracitati.
Nonostante il CEO avesse dichiarato un ritorno imminente nei cieli per il 737 Max, sembra che i tempi si siano ulteriormente dilatati. A ciò si somma l’enorme crisi finanziaria in cui versa l’azienda e i tempi di attesa del velivolo per le compagnie facenti parte del gruppo IAG. Di fatto il collettivo in questione aveva appena dichiarato al Salone dell’aeromobile di Parigi di aver comprato 200 Boeing 737.
Ulteriori voci di corridoio prevedevano perfino un cambio di nome per l’aereo incriminato, ma sembra che erano alquanto infondate, seppur la proposta fosse venuta dal presidente americano in persona, Donald Trump. Stando alle parole di Denis Muilenberg, CEO di Boeing, lo scopo principale dell’azienda al momento è rendere sicuro al 100% il velivolo e di riconquistare la fiducia degli utenti.