WhatsApp: 5 funzioni che non potete non sapere dell'app

Capita spesso di perdersi qualcosa quando si tratta di un’applicazione connessa perennemente al web come WhatsApp. La grandissima piattaforma è infatti in grado di riuscire a dare il suo contributo per diverse situazioni oltre alla messaggistica vera e propria.

Secondo quanto visto negli ultimi periodi, gli aggiornamenti continuano ad arrivare con novità entusiasmanti per gli utenti. Ciò implica che molto spesso arrivano anche nuove funzioni che riescono a dare ancora una volta un motivo in più per usare WhatsApp. Nonostante l’app sia molto famosa e soprattutto pubblicizzata, gli utenti stanno benissimo che  esistono alcune funzioni che spesso vengono dimenticate e lasciate a se stesse. Sarebbe però bene conoscerle tutte e non perdersene neanche una.

 

WhatsApp, ci sono ben 4 funzioni che gli utenti spesso dimenticano di avere a disposizione sulla piattaforma

Tra le tante funzioni di WhatsApp, ce ne sono alcune davvero molto interessanti che però sono possibili grazie ad app di terze parti. Oltre a quelle che sono contenute nell’applicazione vera e propria, esistono quindi anche quelle esterne che spesso possono portare benefici maggiori.

La prima applicazione che dovete scaricare e Unseen, grazie alla quale potrete passare inosservati in chat. Questa intercetta ogni messaggio di WhatsApp, e quindi non dovrete entrare per forza nell’ app per leggere, evitando quindi di mostrarvi online.

Segue What’s Tracker che invece vi avvisa ogni qualvolta un utente che scegliete di monitorare, entra in chat o esce da quest’ultima.

Un’altra app molto interessante è poi WAMR. Grazie a questa potrete recuperare i messaggi che vengono cancellati dopo che sono stati inviati nella vostra chat. Segue poi una cara e vecchia funzioni appartenenti a WhatsApp, ovvero quella delle liste broadcast grazie alle quali potrete scrivere lo stesso messaggio a più utenti senza creare un gruppo.

Articolo precedenteTrony si supera con il nuovo SottoCosto ricchissimo di offerte (foto)
Articolo successivoCarta d’identità elettronica: non è tutt’oro quel che luccica