Nel 2026 un robot a forma di libellula verrà spedito dalla NASA a 1 miliardo e mezzo di chilometri dal Sole per sorvolare da vicino la superficie di Titano, il maggiore dei satelliti di Saturno e il secondo più grande dell’intero sistema solare. Il robot volante sarà chiamato per l’appunto Dragonfly, assomiglierà a un drone con rotori e dovrebbe arrivare sul satellite dopo 8 anni di viaggio.
La tecnologia del robot ricognitore lavora al meglio grazie alla bassa gravità di Titano, circa il 15% di quella terrestre, sorvolando e analizzando vari punti d’interesse individuati già dalla sonda Cassini.
Operazione Dragonfly: la Nasa lancerà una missione su Titano
Fortemente voluta dall’Italia già negli anni ’80, la sonda ebbe un ruolo decisivo nella conoscenza di Titano, dato che al suolo fu lanciato anche il mezzo robotico Huygens. Insieme, Cassini e Huygens hanno raccolto dati su un mondo unico nel nostro sistema stellare, poiché il pianeta offre laghi e oceani di metano e altri idrocarburi, ha una atmosfera molto densa a base di azoto e metano, e addirittura piove sulla superficie. Questo mondo totalmente lontano dalle basi per l’evoluzione della vita, in realtà si pensa assomigli alla Terra nella sua fase antecedente la comparsa della vita.
Il drone spaziale Dragonfly della NASA atterrerà in tanti ambienti diversi ed effettuerà sofisticate analisi del terreno con la complessa strumentazione di misure chimico-fisiche a disposizione al suo interno. Ci si aspettano risultati importanti dai luoghi così inospitali di Titano, specialmente nei crateri dove acqua e metano liquido possono aver convissuto nel passato. La speranza è capire come si sia evoluta la convivenza fra questi due elementi fondamentali per la vita.