Come sappiamo il Giappone durante la seconda guerra mondiale ha commesso dei crimini di guerra tra la Corea, una volta unità, e la Cina. Nel momento in cui hanno perso per via della potenza degli Stati Uniti, il governo giapponese è stato costretto a pagare una compensazione. Aspetto meno noto è che tale pagamento è continuato fino ad adesso nei confronti della Corea del Sud; il pagamento era dovuto ai lavori forzati a cui la popolazione era stata costretta.
Pagavano in soldi? No, il Giappone inviava nel paese ormai alleato alcune sostanze chimiche chiave per la produzione di sistemi elettronici che Samsung utilizzava ampiamente. Ora che la compensazione è finita il colosso sudcoreano potrebbe trovarsi nei guai per quanto riguarda la produzione di schemi per le televisioni e gli smartphone, per i chip PCB e per i semiconduttori di incisione; in ordine i materiali erano la poliimmide fluorinata, delle resine e il fluoruro di idrogeno.
Samsung e i problemi con la produzione
Giusto per farsi un’idea della rarità di questi elementi, il 90% della poliimmide fluorinata è proprio prodotta dal Giappone così come il 70% delle resine. Per Samsung trovare un’alternativa sarà difficile, così come per LG comunque, e l’unica soluzione potrebbe essere pagare cifre elevate alle compagnie giapponesi che la producono; probabilmente certe trattative vanno avanti da anni, ma a noi non è dato saperlo.
Il fatto che questi materiali sono quasi esclusivamente prodotti in Giappone rende difficile anche trattare con quest’ultimi. Ogni volta che una società vuole trattare con per esportare il prodotto deve chiedere un’autorizzazione al governo la quale dura appena 90 giorni.