Il Pentagono non finisce di stupire, poiché alcune fonti sostengono che dai loro laboratori sia uscito un dispositivo laser in grado di svelare l’identità delle persone analizzando la loro frequenza cardiaca.
Il sistema si chiama Jetson e si avvale di sensori a infrarossi per cogliere i più piccoli movimenti causati dal battito cardiaco della persona oggetto del laser. Si è scelta questa modalità, poiché sembra che la frequenza del cuore sia un riconoscimento biometrico molto affidabile, al pari di una scansione dell’iride o delle impronte digitali.
Ma, nel caso della frequenza del battito, parliamo di uno strumento molto difficile da modificare per nascondere la propria identità, poiché la propria “firma cardiaca” rimane costantemente riconoscibile.
Attualmente, il Pentagono informa che la distanza massima con cui è stato identificato un cuore piuttosto che un altro è di 200 metri, ma presto le prestazione saranno ampliate. Una cosa che vale la pena specificare è che Jetson non usa sensori a infrarossi per registrare la frequenza del battito del target, ma utilizza una tecnologia basata sulla vibrometria laser
che è in grado di rilevare il movimento ritmico della pelle causato dal battito cardiaco.Pertanto questa tecnologia si presta bene a misurazioni a distanza e non teme gli indumenti indossati, tranne l’abbigliamento invernale. Se vogliamo parlare di limiti, il segnale del laser Jetson ha bisogno di circa 30 secondi per essere affidabile, pertanto questo strumento funziona al meglio su soggetti fermi. Il sistema, inoltre, avrebbe bisogno di un database di frequenze cardiache su cui operare dei confronti ma, tuttavia, Jetson sarebbe potrebbe associare alla stessa persona due rilevazioni effettuate in momenti diversi.
Quando il segnale si stabilizza, sarà dunque compito di un algoritmo interno ricavare la “firma cardiaca” del soggetto, il quale può raggiungere un’accuratezza del 95%.