Finalmente Huawei e Honor hanno diffuso la lista ufficiale degli smartphone che riceveranno l’aggiornamento alla EMUI 9.1, e le aziende sono pronte al roll out già dal mese di luglio per tantissimi device, passando per alcuni che la riceveranno ad agosto e altri a settembre. Ecco la lista dei due produttori:
- Huawei
- P20
- P20 Pro
- Mate 20 X, Mate 20, Mate Pro
- Mate 10
- Mate 10 Pro
- Mate 10 RS Porsche Design
- Mate 9
- Mate 9 Pro
- Y9 2019
- Y6 2019
- Y5 2019
- Nova 3, Nova 3i, Nova 3e
- Huawei Nova 4
- Honor
- 8 Pro
- 8X
- 7X
- 9 Lite
- 10 e 10 Lite
- View 10
- 20 Lite
- Play
Come è prevedibile, il roll out della EMUI 9.1 su Huawei e Honor non avverrà simultaneamente per tutti i dispositivi appena citati nella lista. Si parte infatti dalla metà di luglio per Huawei Mate 20 X per arrivare ad aspettare per l’Y6 2019. In aggiunta, ci sarà da aspettare qualche mese anche per avere l’aggiornamento ad Android 10 sul proprio smartphone, il cui roll out è previsto a partire dalla fine dell’anno in corso.
Principali innovazioni della EMUI 9.1 per Huawei e Honor
Per quanto riguarda le novità introdotte dalla nuova interfaccia EMUI 9.1, Huawei ha migliorato il File System con il sistema EROFS: un tool che consente di incrementare le prestazioni del 20% e di ridurre lo spazio occupato nella memoria interna. Ecco altre feature confermate:
- Design intelligente: semplificato il menu delle impostazioni per un’esperienza molto intuitiva. Le icone delle applicazioni sono state ridisegnate per essere più realistiche.
- Gaming di livello superiore: con la GPU Turbo 3.0 migliora l’esperienza di gioco, riducendo al contempo del 36% i tempi di risposta del touchscreen.
- Trasferimento facile al PC: l’EMUI 9.1 insieme a HUAWEI Share OneHop facilitano enormemente il trasferimento di immagini, video e documenti. Soprattutto se avete un PC Huawei, il tutto avverrà in pochissimi secondi.
- Benessere digitale: EMUI 9.1 propone statistiche di utilizzo dello smartphone, la gestione delle ore di sonno, il parental control e altro ancora. Il tutto per favorire un “benessere digitale” di sé e dei propri figli.