La fine del mondo è in dirittura d’arrivo e a dichiararlo sono le antiche profezie dei Maya, i quali dopo il famigerato 12 dicembre 2012 tornano a far parlare di loro. Nuove rivelazioni hanno svelato che secondo l’antica popolazione, l’apocalisse starebbe per spazzare via il mondo così come lo si conosce e no, non si parla di “tra qualche anno”, ma di luglio 2019.
Secondo quanto riportato dai testi, una serie di catastrofi avrà luogo entro fine mese e questa porterà, inevitabilmente, alla distruzione della terra. Ecco i maggiori dettagli in merito
Maya: dopo il 2012 sono ancora credibili? Ecco cosa svela la profezia
Gli antichi abitanti della Mesoamerica hanno da sempre affascinato intere generazioni e gli studi effettuati su questa popolazione continuano, ogni volta, a rivelare nuove indiscrezioni in merito. Sebbene i Maya, quindi, godano di buona reputazione nell’ambito storico, in materia di profezie non si può dire lo stesso. A seguito del 12 dicembre 2012 tutti gli utenti hanno perso un po’ la fiducia per questa antica popolazione e, per tale motivo, pensano che la profezia sull’apocalisse sia solo una diceria.
Non si può dire lo stesso, invece, per gli abitanti del Sol Levante che, a seguito di un fenomeno molto temuto, hanno iniziato a pensare che la fine del mondo non possa essere così lontana. Si racconta che in Giappone gli abitanti temano una catastrofe naturale visto il ritrovamento di ben 7 pesci remo morti sulle spiagge. Questa specie di acquatica vive nelle profondità dei mari e può arrivare ad una lunghezza pari a 11 metri: non ha quindi senso che si arenino sulle spiagge giapponesi. Nonostante ciò, la cultura del Sol Levate tratta questo avvenimento come un presagio negativo ed un vero e proprio malaugurio per le sorti del paese. Se questo sia l’inizio dell’apocalisse nessuno lo sa, ma i dubbi cominciano a dilaniare le persone.
Profezia di Ezechiele: la scoperta sulla fine del Mondo tra bugie e verità
All’interno della Genesi vi è la profezia sulla fine del mondo teorizzata da Ezechiele millenni fa. La teoria ha trovato un riscontro ad oggi nella scoperta di Noam Bedein, fotogiornalista israeliano che ha fotografato dei pesci vivi che nuotano nel Mar Morto. Un evento che, stando alle Sacre Scritture, non avveniva da anni.
La Bibbia infatti, fra tutto, contiene varie profezie sulle catastrofi naturali o apocalissi. Una delle più famose è quella di Ezechiele che teorizza il ritorno dei pesci che vengono da Gerusalemme come l’inizio della fine di tutto. La comunità religiosa grida al panico e quella scientifica non riesce a trovare una risposta.
La cosa che lascia perplessi è come è possibile che la flora e la fauna proliferi nelle acque del Mar Morto, essendoci all’interno una salinità superiore al 37%. Per natura la vita non può esistere in luoghi dove il valore di tale caratteristica è troppo elevato. Le fotografie di Bedein oltre a ciò, descrivono perfino un luogo ricco di piante, vegetazioni, animali, colorato, bello come “l’ottava meraviglia del mondo”.
La regione che circonda la Cisgiordania, Giordania e Israele la immaginiamo come desertica, arida e tombale. Con questa scoperta si cambia la nostra idea del luogo.
La profezia di Ezechiele porterà davvero alla fine del mondo?
Citar i pesci vivi che nuotano nel Mar Morto potrebbe essere una pratica alquanto comune e banale. In realtà non lo è per via del luogo in cui i pesci sono stati trovati. Le condizioni idrogeologiche del territorio hanno rimescolato le carte in tavola.
Il cambiamento viene raccontato nei Capitoli della Genesi dove si parla delle battaglie di Sodoma e Gomorra. Stando alla leggenda biblica, sembrerebbe che le guerre che hanno portato alla distruzione delle due città siano state le cause dei dissesti idrogeologici.