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Google Assistant, società pagate per ascoltare le registrazioni degli utenti

Google affiderebbe l’ascolto delle registrazioni di Assistant ad una società terza incaricata di trascrivere le conversazioni al fine di migliorare il riconoscimento vocale dell’assistente virtuale progettato dal colosso di Mountain View.

Lo ha scoperto VRT NWS, una TV belga, grazie alle confessioni di un dipendente impiegato presso la società incaricata da Google. Stando a quanto rivelato dalla fonte, non è vero che Google invierebbe le registrazioni audio captate da Assistant ai server in forma anonima, anzi. Non solo l’azienda si farebbe aiutare da società terze, ma le registrazioni non verrebbero neppure archiviate in forma anonima: al contrario, queste sono sempre accompagnate dai dati personali dell’utente, compreso il suo indirizzo di casa.

Caso Google Assistant, il colosso di Mountain View si difende

Un caso del genere ha coinvolto anche un altro big del settore, non molto tempo fa: Amazon. Lo scorso Aprile, infatti, grazie ad una ricerca realizzata da Bloomberg è emerso che una copia della registrazione audio acquisita da Alexa veniva inviata ad alcuni dipendenti, e da loro trascritta e annotata al fine di migliorare gli algoritmi di riconoscimento vocale dell’assistente vocale.

Dal rapporto Bloomberg è anche emerso che i dipendenti avevano a disposizione una chat interna in cui condividere le registrazioni poco chiare per discuterne insieme, ma in alcuni casi i file sono stati condivisi per puro divertimento

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Se, però, Amazon affidava la trascrizione delle registrazioni audio a dipendenti interni all’azienda, Google ha deciso invece di pagare società terze. Le registrazioni, poi, non vengono trattate in forma anonima ma vengono archiviate insieme ai dati personali dell’utente, compreso il suo indirizzo di casa. Un giornalista di VRT si è anche recato alle abitazioni di alcune persone, proprio per vedere se i dati coincidevano. E, in effetti, gli utenti hanno riconosciuto la propria voce e quella di altre persone in casa.

Come ha risposto Google alle accuse? “Lavoriamo con esperti linguistici in tutto il mondo per migliorare il riconoscimento vocale realizzando le trascrizioni da un numero limitato di clip audio. Questo è un lavoro fondamentale per lo sviluppo di prodotti come Google Assistant“. Secondo Google, poi, le registrazioni “non sono collegate a dati di identificazione personale“.

Come si spiega, dunque, che VRT NWS sia risalita agli indirizzi di casa degli utenti? “Uno di questi esperti linguistici potrebbe aver violato la nostra politica di sicurezza dei dati. Stiamo investigando attivamente sulla questione e se riscontreremo una violazione della nostra politica agiremo rapidamente, fino alla chiusura del nostro accordo con il partner“.

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Pubblicato da
Raffaella Papa