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Fine del Mondo: verità o Bufala? Due profezie annunciano l’apocalisse

L’apocalisse sembra essere arrivata: ad affermare tutto ciò sono due profezie che, a quanto pare, potrebbero verificarsi durante il corso di questi mesi. Sono diversi i sostenitori che credono all’imminente distruzione della Terra e della vita così come la conosciamo e sono diversi gli utenti a cospirare dietro queste profezie. Sebbene il mondo abbia dei problemi ben più gravi al momento, come ad esempio il riscaldamento globale (una costante veritiera e che sta portando alla distruzione dell’ecosistema in maniera definitiva e reale), il  web sembra  essere preoccupato di più dagli antichi scritti dei Maya e dalle parole del profeta Ezechiele.

La fine del mondo è in arrivo? Ecco come i Maya hanno predetto l’arrivo dell’Apocalisse

In ordine cronologico, la prima teoria a trovare le sue fondamenta è quella degli antichi Maya. Il noto popolo mesoamericano ha predetto che l’apocalisse troverà la sua nascita proprio nel mese di luglio 2019. Secondo gli scritti è stato dichiarato che la fine del globo inizierà a seguito di diverse catastrofi naturali, le quali porteranno alla disfatta  dell’ambiente terrestre. Il mondo verrà quindi sommerso da acque, eruzioni vulcaniche e sismi in modo irreversibile e simile a quanto immaginato per lo storico 12 dicembre 2012.

Non è stato dichiarato cosa accadrà a seguito di tale avvenimento ed in particolare se l’apocalisse spazzerà via in maniera definitiva ogni forma di esistenza o se dopo questa nascerà nuovamente della Vita.

Profezia Maya: in Giappone sono stati scoperti i primi indizi a riguardo

A rafforzare la profezia dell’antico popolo americano giungono delle indiscrezioni dall’estremo oriente, in particolare dal Giappone dove dei segni sarebbero stati colti. Secondo quanto riportato dalle notizie locali, un grosso presagio del malaugurio si sarebbe abbattuto sul paese del Sol Levante, dove dei pesci remo morti sono stati trovati spiaggiati.

Questa specie acquatica è molto particolare e rara nel paese: ogni esemplare di pesce remo può raggiungere gli 11 metri di lunghezza e, cosa che fa storcere di più il naso, vive nelle profondità dei mari Giapponesi. Proprio quest’ultimo particolare rende il ritrovamento un mistero per il popolo e rafforza la credenza di un male in arrivo.

È necessario sottolineare che questa non rappresenta la prima volta: gli stessi pesci furono trovati sulle coste qualche tempo prima dello tsunami che ha distrutto il Sol Levante in tempi recenti.

Ezechiele: la seconda teoria sulla Fine del Mondo

Il ritrovamento dei pesci nelle acque del Mar Morto è una scoperta più unica che rara e che riaccende la curiosità a causa di una correlazione con la profezia biblica sulla fine del mondo teorizzata da Ezechiele.

Nel Libro della Genesi, la teoria sulla fine del mondo voluta dal profeta indica nel ritrovamento della fauna e della vita nella regione del Mar Morto, il segnale dell’inizio della fine dei tempi.

Le fotografie del reporter contenute nel suo progetto “Dead Sea Revival Project” illustrano come la regione del Vicino Oriente sia in realtà totalmente diversa da come ce la siamo immaginata finora. Al posto di essere un territorio tombale e arido, esso è una landa felice e amena, ricca di colori, vita animale e vegetale.

La cosa più stana e che ha spaccato in due l’opinione pubblica e che ha fatto gridare al panico le comunità religiose è proprio la presenza dei pesci che nuotano nelle acque del Mar Morto. Stando ai dati scientifici infatti, la vita non sarebbe possibile in luoghi marini dove la salinità supera un certo valore. Nel Mare del Sale è addirittura superiore al 37%, motivo per cui gli scienziati sono perplessi e non riescono a darsi una spiegazione razionale. Come fanno i pesci a vivere in quelle acque?

La profezia di Ezechiele e i pesci nel Mar Morto nel 2019

All’interno della Bibbia vi è descritta la zona del Mar Morto come un territorio fra i più floridi del pianeta fino a che le guerre che hanno portato alla distruzione di Sodoma e Gomorra, non ne hanno cambiato l’assetto idrogeologico per sempre. La scoperta di Bedein oggi si colloca invece in un nuovo contesto, fornendoci una prospettiva nuova ed interessante su ddi un luogo sul quale pensavamo di sapere tutto ed invece ci ha regalato una svolta inaspettata… dopo millenni.

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Pubblicato da
Paola Carioti