Dopo i terrapiattisti (da cui mi sono ripreso a fatica), c’è da discutere anche del movimento che rifiuta le tesi secondo cui l’uomo è andato sulla Luna. Questa sedicente setta sostiene che è stato un complotto ordito dagli Stati Uniti per mettere sotto scacco gli avversari nella Guerra Fredda.
A sostegno delle loro teorie, ecco le tesi che portano avanti per negare la conquista della Luna da parte dell’uomo: attenzione, c’è da ridere per non piangere.
le foto: una delle prime tesi a sostegno dei complottisti sono le analisi delle foto dell’allunaggio. Secondo loro:“le foto sono tutte perfette, gli astronauti non avevano tempo e possibilità di farle così belle”. La Nasa ha pubblicato un archivio composto da 14.228 fotografie di tutte le missioni Apollo, ma è ovvio che le foto sono ritoccate poiché sono stati riequilibrati i valori cromatici.
la bandiera:“la bandiera sta sventolando, ma sulla Luna non c’è vento”. Infatti, il vessillo degli USA non stava sventolando al momento della foto, ma giaceva inerte mezzo disteso nel vuoto. Nel filmato di Aldrin e Armstrong si vede chiaramente che uno dei due la tocca, ma la bandiera smette quasi subito di muoversi.
le ombre: al suolo lunare “le ombre, invece di essere parallele hanno direzioni diverse, come se ci fossero due sorgenti di luce. Sono i riflettori dello studio cinematografico”. In realtà, la strana posizione delle ombre dei due astronauti è dovuta all’illusione ottica della prospettiva.
dettagli assurdi: difficile da credere, ma i complottisti scadono in dettagli assurdi e insignificanti per dimostrare la bufala. Sostengono di aver visto antenne che compaiono e spariscono, e strane lettere “C” apparire sul terreno.
il set cinematografico: a totale smentita del fatto che la Luna non era un set da cinema è la ripresa di alcune passeggiate degli astronauti che coprono grandi distanze rispetto al punto di ripresa. Se fossero state effettuate in studio, i set sarebbero dovuti essere grandi come porzioni di città. Altri metodi per smentire i complottisti provengono dalla polvere sollevata dalle ruote del rover, la quale viene proiettata via in archi perfetti e non in nuvole di polvere disordinata. Inoltre, Stanley Kubrick non è stato il regista di questo presunto set: semplicemente se lo fosse stato, avrebbe fatto molto meglio.
Una prima definitiva conferma della bontà della missione Apollo arrivò nel 2009, quando la sonda giapponese Kaguya orbitò intorno alla Luna realizzando una scansione della superficie del nostro satellite. Le immagini rielaborate dei paesaggi sono perfettamente sovrapponibili alle foto scattate durante le missioni Apollo.
Inoltre, se davvero ci fosse stata un farsa messa in atto dalla NASA, dopo tutti questi anni e tutte le tonnellate di documenti redatti da migliaia di persone, un errore sarebbe saltato fuori. Un’incongruenza, un qualcosa che avrebbe svelato il complotto.
Le sei missioni Apollo sbarcate sulla superficie lunare, più tre missioni sovietiche senza equipaggio, hanno riportato sulla Terra circa 380 Kg di rocce lunari. Tutte autentiche, su cui la comunità scientifica non ha sollevato dubbio alcuno. Infine, forse non tutti sanno che sulla Luna ci sono degli specchi in punti dalle coordinate molto precise collocati dagli astronauti. Servono a misurare con precisione millimetrica la distanza tra la Terra e la Luna tramite l’invio di un laser.