Su Science Advances è apparso un articolo a dir poco controverso, poiché un gruppo di scienziati propone di arginare lo scioglimento dei ghiacci con la neve artificiale. Un’impresa che potrebbe evitare il conseguente innalzamento del livello del mare, ma che non può non avere delle conseguenze a livello ambientale.
Un esperimento estremo che è dettato da una situazione di totale emergenza che le superpotenze mondiali rifiutano di ammettere. L’umanità può e deve valutare tutte le opzioni per arginare i cambiamenti climatici, anche se la mossa della neve artificiale suona come una decisione pericolosa.
La neve sparata dai cannoni servirebbe ad irrobustire le aree più pericolanti della calotta polare, rimandando di diversi anni il collasso dei ghiacciai ammesso che il clima rimanga costante o migliori. Le attuali simulazioni in laboratorio mostrano risultati incoraggianti: con solo 10 metri di ghiaccio aggiunto ogni anno
per una decade si potrebbe proteggere i ghiacciai dell’Antartide occidentale.Però c’è un risvolto della medaglia. Poiché questa operazione comporterebbe una produzione di neve artificiale pari a 7.000 miliardi di tonnellate, quando una stazione sciistica produce artificialmente circa 20 tonnellate di neve al minuto. Se non vogliamo aspettare migliaia di anni per arrivare al volume richiesto, ci vorranno una quantità esagerata di cannoni ed enormi quantità di energia. Intanto l’acqua per ghiacciare deve essere dolce, pertanto andrebbe raccolta, desalinizzata, congelata e poi sparata dai cannoni di neve (il tutto ai poli!).
Questo processo potrebbe inoltre distruggere gli attuali modelli di circolazione oceanica e abbassare il livello del mare, ma Anders Levermann, scienziato del clima che ha lavorato allo studio, ha commentato:”non sto proponendo di fare ciò che abbiamo dimostrato. Le persone devono capire che se non vogliamo perdere le nostre città dobbiamo fare qualcosa”.