Tim e Vodafone hanno firmato ufficialmente il protocollo d’intesa che estende gli accordi di condivisione delle infrastrutture passive Inwit, avviando di fatto la condivisione della componente attiva sulla rete mobile 5G. L’accordo prevede un iter tra le due società realizzato in più fasi, con l’obiettivo di consolidare le infrastrutture di rete passive di Vodafone dentro Inwit, sancendo di fatto la “nascita della più grande Towerco italiana”.
Infatti, le torri dei due operatori insieme sono oltre 22.000, sono distribuite sull’intero territorio nazionale e anche a livello europeo. Tuttavia i due maggiori operatori di telefonia mobile si guardano bene dalla parola fusione. Infatti, la stessa Vodafone farà confluire la propria infrastruttura passiva di rete attraverso la creazione di una nuova società che sarà incorporata in Inwit.
A livello pratico, la strategia consiste nel fatto che Inwit acquisterà una quota della nuova società di Vodafone, e l’operatore in rosso riceverà con la fusione la stessa cifra del 37,5% di azioni come TIM
. In questo modo, i due partner avranno pari diritti di governance su Inwit mediante la stipula di un accordo di lock-up triennale delle rispettive partecipazioni e valuteranno una riduzione del loro peso azionario sino al 25% ciascuna.Dopo la fusione, Vodafone e Tim avranno pertanto poteri paritetici e non eserciteranno alcuna direzione e coordinamento su Inwit in maniera arbitraria. Tuttavia, come sta succedendo per l’accordo di Wind Tre con Fastweb, l’operazione di concentrazione del mercato di rete mobile sarà soggetta all’approvazione dell’Antitrust. Allo stesso modo, anche gli azionisti di minoranza di Inwit avranno voce in capitolo, visto che si tratta di un’offerta privata di acquisto sulla società che normalmente andrebbe aperta al mercato azionario.