L’uomo ha sempre pensato che un giorno la sua permanenza sulla Terra dovesse finire. Molti popoli hanno descritto la fine del mondo come un evento apocalittico, portando un interpretazione diversa in base alla propria cultura o religione. Tra le profezie più conosciute arrivate fino ai giorni nostri possiamo trovare quella di Ezechiele e quella dei Maya.
La fine del mondo secondo i Maya
La profezia dei Maya è ambientata ai giorni nostri. Inizialmente si era fissata la data della fine del mondo per il 12-12-2012, data poi posticipata per una errata interpretazione del calendario dell’antico popolo. Questa è poi stata aggiornata a luglio 2019, mese in cui ci troviamo al momento. La premonizione di tale avvenimento sarebbe il ritrovamento di alcuni pesci morti in un bacino del Giappone.
Anche Ezechiele ed i pesci nel Mar Morto
Anche se a svariata distanza di tempo dalla profezia dei Maya, anche Ezechiele ha dato la sua interpretazione alla fine del mondo, scrivendola all’interno della Genesi. Nell’antico libro infatti si parla dei segni che avrebbero annunciato l’inizio di questo evento funesto. Tra le righe si legge precedentemente di un cambiamento nei territori del Mar Morto, provocato dall’episodio della distruzione di Sodoma e Gomorra.
Successivamente però, secondo la profezia, i pesci sarebbero tornati nel lago salato, annunciando il ritorno dell’area all’antico splendore perduto. Alcune conferme a questa teoria arrivano da alcuni scatti realizzati recentemente dal fotografo Noam Bedein. Questi sarebbero l’evidente prova del ritorno di forme di vita all’interno del bacino, aspetto molto curioso se consideriamo il livello di salinità superiore al 37%.
C’è da dire che entrambe le teorie apocalittiche si ambienterebbero ai giorni nostri, aspetto che per certi versi le accomuna. Tra le varie interpretazioni religiose c’è chi è fermamente convinto che le due abbiano un fondo di verità.