Durante il corso di quest’anno non si è fatto che parlare della rivoluzione tecnologica portata dal 5G nelle nostre vite. Rivoluzione, perché di questo si parla: il 5G corrisponderà alla rete del futuro per molteplici aspetti, che ora andremo ad esplorare insieme all’analisi sulle implicazioni sulla nostra salute.
Rivoluzione 5G: cosa c’è da sapere?
Anzitutto, risulta necessario partire da un presupposto fondamentale: il 5G non è soltanto l’implementazione del suo predecessore 4G LTE. Esso andrà sostanzialmente a ricavarsi sempre più spazio fino a soppiantarlo completamente, ma non si tratta semplicemente di un’evoluzione in termini di velocità.
Nonostante, comunque, la velocità risulti una delle cifre distintive di questa nuova connessione: i picchi massimi in download e upload corrisponderanno rispettivamente a 20 Gbps e 10 Gbps (anche se la velocità media reale si attesterà verosimilmente attorno a 1,4 Gbps, che rappresenta comunque un valore altissimo rispetto ai precedenti 10 Mbps). Questo sarà possibile grazie ad onde radio che raggiungeranno frequenze fino a 300 GHz – mentre quelle in uso attualmente non vanno oltre i 5 GHz.
Un altro aspetto importante corrisponde alla latenza, che di norma non dovrebbe superare i 4 ms, ma che verosimilmente riuscirà a raggiungere mediamente valori di 1 ms, rispetto ai 20 ms dello standard LTE. Questo consentirà di fatto di avviare uno streaming video con la stessa prontezza di un brano musicale, giocare online tramite cloud e permettere la connessione contemporanea di moltissimi dispositivi, dando ampio spazio all’IoT.
Un apparato così potente, però, ha un forte limite: la propagazione delle onde radio nello spazio diventa molto più sensibile agli ostacoli fisici. Per questo motivo diviene necessario installare più celle, ma al contempo si pone consequenzialmente il problema dell’elettrosmog e dell’eccessivo numero di radiazioni in campo, che potrebbero determinare l’insorgenza di alcune patologie o addirittura la nostra estinzione, come profetizzato da Martin Pall.
5G: ma la nostra salute è al sicuro?
Quanto profetizzato finora dallo studioso Martin Pall in realtà non sembra trovare fondamento nelle ricerche finora condotte. La correlazione trovata è solo di tipo temporale, ma non causale, e pertanto non ci sono in realtà rischi noti, almeno per il momento, sulla nostra salute.
Il tema delle esposizioni ai ripetitori è un po’ più complesso rispetto alle esposizioni casalinghe quotidiane, perché non si può valutare un’esposizione duratura nel tempo se non in pochissimi casi (chi vi abita nelle vicinanze, ad esempio). Questo numero esiguo non sarebbe sufficiente per costituire la base di uno studio scientifico. Non ci resta che affidarci agli studi futuri, e nel frattempo attendere strepitanti l’arrivo della nuova connessione.