L’argomento “fine del mondo” interessa moltissime persone e nel Web non si fa che parlarne quotidianamente. Le ipotesi su quale possa essere la fine per il nostro pianeta terra sono fra le più varie e bizzarre. Tolte quelle improbabili legate a fantasie e leggende create per procurar allarmismo fra le persone, vi sono due teorie che stanno preoccupando anche gli scienziati, proprio a causa della particolarità delle coincidenze con le profezie bibliche e millenarie.
Le teorie più “in voga” del momento sono quelle legate alla profezia biblica espressa da Ezechiele nel libro della Genesi, e quella legata ad un segnale proveniente dal mare, enunciata dal popolo dei Maya. Sicuramente anche in questo caso non vi è nulla da temere, ma noi ci teniamo a informarvi su quelle che sono le teorie e i legami con l’uomo moderno nella società attuale.
La leggenda teorizzata dai Maya vede legato al ritrovamento di un genere di pesce della famiglia “Remo” morto spiaggiato sulle coste del Giappone, un segnale di presagio di catastrofi e disastri naturali pre-apocalittici.
Sebbene vi sia stato proprio un evento simile in Sol Levante, non ci sembra il caso di preoccuparci: anche per il lontano 12-12-2012
Nel Libro della Genesi vi è contenuta un’antica leggenda legata alla fine del mondo e al ritorno dei pesci d’acqua dolce nel bacino del Mar Morto. Il profeta infatti affermava che tale ritorno della vita nella arida zona del Vicino Oriente avrebbe significato l’incipit della fine del mondo. Noi sappiamo dalla Bibbia che la regione è divenuta inospitale e arida a seguito delle battaglie che hanno distrutto Sodoma e Gomorra, modificandone per sempre l’assetto idrogeologico.
La scoperta di tale fenomeno la si deve a Noam Bedein, fotoreporter israeliano che nei suoi scatti realizzati per il suo progetto, ha raccontato come la landa che circonda il Mar Morto, un tempo arida e tombale, adesso sia una delle più belle oasi sul pianeta. Anche qui, una coincidenza del tutto bizzarra con l’antica profezia apocalittica.