Il bollo auto è una delle tasse più odiate dagli italiani. Solo pochi giorni fa è arrivata la notizia che la Corte Costituzionale ha dato piena autonomia alle regioni su tale imposta. La notizia è stata accolta di buon grado da moltissime persone, considerato che l’esenzione non sarà più solo appannaggio delle categorie protette.
La Corte, con questa nuova sconvolgente sentenza è tornata a legiferare in materia, grazie anche al giudice Luca Antonini. Quest’ultimo ha inoltre posto fine alla diatriba tra la Commissione Tributaria Provinciale di Bologna e la Regione. La contestazione verteva sulla volontà di esentare dalla tassa di possesso i veicoli d’epoca, ossia quei veicoli con un anzianità maggiore dei 20 o 30 anni.
In materia si è inoltre espresso anche Luigi Di Maio, in accordo con i cittadini sull’illegittimità di tale tassa. Fa sorridere come proprio il Ministro per lo Sviluppo Economico sia contrario ad una delle tasse che rimpinguano le finanze dello stato.
Bollo auto, parola alle regioni: lo aboliranno davvero?
E’ ancora presto però per cantare vittoria, in quanto questa autonomia delle Regioni potrebbe rivelarsi nociva. E’ infatti loro facoltà, oltre all’esenzione, l’eventuale aumento di tale tassa. Di conseguenza, la Cassazione ha posto dei limiti oltre i quali non è possibile alzare la pressione fiscale.
Da uno studio dell’ISTAT, il bollo auto sarebbe una spesa importante per molte famiglie, oltre ovviamente a costituire un introito consistente per il Fisco. Nel periodo che va dal 2013 al 2018 sono registrati importanti aumenti della tassa. Tale importo è infatti aumentato di circa 200 milioni di euro ogni anno.
Speriamo quindi che tutte le regioni decidano per l’abolizione di una tassa ingiusta, intrinseca nell’acquisto di un nuovo veicolo. Non risulta infatti corretto continuare a pagare un imposta su un veicolo che potrebbe avere anche svariati anni alle spalle.