Niente è davvero nuovo poiché l’app iOS dell’azienda è in circolazione da mezzo decennio. Chi ha già provato l’app afferma che sia facile da usare, con un’interfaccia che sembra quasi indistinguibile dall‘app iOS. Il contenuto è organizzato per “bordo” e può essere importato tramite la fotocamera, che riconosce i Post-it (o i loro knockoff) nella vita reale e ne duplica i contenuti in digitale. Manca il riconoscimento del testo, quindi non puoi cercare elementi o parole su schede specifiche.
Le bacheche sono organizzate in gruppi a cui è possibile assegnare un nome e il loro contenuto viene spostato su una griglia o in formato libero. Gli elementi possono essere aggiunti, uniti o rimossi come meglio credi e puoi condividere i risultati finali anche con altri. I formati per la condivisione/esportazione includono un formato “board” di Post-it per la condivisione diretta, PDF
, immagine “board” completa, PowerPoint, Excel e cartella di immagini zippate. Se speravi che la condivisione potesse funzionare come Google Documenti, sei sfortunato.Infine, tutti amiamo una buona tabella in cui segnare tutti questi dati. Forse la componente più preziosa è appunto Post-it, soprattutto a lungo termine poiché consente una facile riorganizzazione quando le tue teorie iniziano a sfaldarsi. Mentre è abbastanza strano che Android abbia impiegato così tanto tempo per attirare l’attenzione di Post-it, ora gli utenti della nostra piattaforma preferita possono finalmente digitalizzare e condividere qualsiasi cosa.