L’incidente nucleare che ha visto in Chernobyl l’epicentro dello scoppio del reattore ha cambiato per sempre la storia per come la conosciamo. Tante sono state le morti causate dallo scoppio del reattore 4 della fabbrica nella cittadina, e ancor di più sono le conseguenze che tale esplosione ha comportato.
Ultimamente si parla molto di questa vicenda del Web anche per via della famosa serie realizzata dalla HBO e distribuita su Netflix sul famoso disastro nucleare. Parliamo di Chernobyl, una serie molto interessante, ben realizzata e che analizza la situazione del disastro dopo oltre 30 anni dall’accaduto. Ma tornando alla città, com’è oggi la situazione?
Vi è una zona centrale dove tutto sembra tornato alla normalità, anche se vi sono i segni nascosti sotto la superficie. Vi è una presenza massiccia di scorie radioattive nascoste. A dirlo è uno studio realizzato dall’Università di Bristol e dal quale emergono dettagli molto particolari sulla “zona di esclusione“. Questa area è la parte adiacente all’epicentro dove è scoppiato il reattore.
Qui i livelli di radiazione sono altissimi ancora oggi, nel 2019. Analizzando i tempi di decadimento emerge che l’area sarà disabitata ancora per molto tempo.
Per verificare la situazione dell’area sono stati utilizzati dei droni che hanno effettuato circa 50 voli in 10 giorni. Hanno controllato più di 15 KM di territorio. Su ogni drone era montato uno spettometro a raggi gamma, in combutta con un Lidar di precisione.
Il punto di partenza dei droni è Buriakivka, che è a soli 13 KM da dove vi è stata l’esplosione, per poi passare a Kopachiper. Area di arrivo è la Foresta Rossa, dal nome delle radiazioni che hanno modificato il colore degli alberi. Adesso i risultati degli spettometri sono inquietanti: nessuno pensava che dopo decine di anni, la situazione fosse ancora così fuori controllo e pericolosa.