Dopo i due disastri nucleari di Chernobyl e Fukushima il mondo vive uno stato di agitazione e paura. Si è scoperto che nel Settembre del 2017 una misteriosa nube radioattiva ha sorvolato i nostri cieli europei, rilasciando Rutenio-16, in percentuale minore, ovviamente, rispetto all’epoca dei disastri.
Si parla di un isotopo del Rutenio, avvistato in alcune stazioni vicino i monti Urali. Inizialmente vi è stata omertà e nessuno sembrava saperne nulla, proprio come accaduto a Chernobyl. Gli studi sulle cause sono stati condotti da più di 70 luminari del settore. Fortunatamente non vi sono state esplosioni di reattori ma vi deve essere stato qualche problema all’impianto di riciclo del nucleare. Si possono osservare i risultati sul Pnas, Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il Rutenio-16 ha un valore di 176 millibacquerel per metro cubo. Stiamo parlando di un dato che equivale a più di 100 volte quello individuato dopo l’incidente di Fukushima
, se prendiamo in analisi soltanto l’isotopo in questione. Anche in Romania sono stati trovate percentuali ancora più elevate, ma è stato confermato che non vi sono preoccupazioni per gli esseri umani. Infine altre radiazioni son state avvistate nei Caraibi e nell’impianto di Majak nella città di Ozërsk.L’impianto sopracitato sembra essere il più grande al mondo dopo i primi due che hanno comportato gli incidenti di cui tutti sanno. La responsabile al momento si ipotizza che sia la società Rosacom, la quale però ha rimbalzato la palla della responsabilità alla combustione della batteria di un satellite che è tornato sul territorio terrestre. Son state condotte più di 1300 verifiche a dimostrazione di ciò ed è emerso che non vi siano teorie che confermano questa ipotesi. Ci troviamo forse di fronte ad un caso di insabbiamento mondiale per un nuovo ipotetico pericolo per l’umanità?