Da sempre le piramidi hanno affascinato potenti, studiosi e appassionati di ogni epoca ed ogni età. L’imponenza con cui si sono manifestate, la loro altezza e una serie di coincidenze che hanno consentito correlazioni con diversi fenomeni naturali hanno lasciato a bocca aperta intere generazioni.
Ciò che stupisce maggiormente è che la meglio conservata tra le sette meraviglie del mondo antico, pur essendo ormai anziana di oltre quattromila anni, abbia in realtà ancora molto da svelare. I loro misteri, fino a poco tempo fa, sembravano ben lontani dall’essere compresi. Ma da qualche decennio a questa parte le ricerche nell’ambito si sono intensificate e hanno condotto gli storici e gli archeologi a nuove consapevolezze.
Tra i più grandi interrogativi che hanno avvolto le piramidi, ci sono sicuramente quelli correlati alla loro costruzione. L’altezza e la stazza di questi monumenti ha sempre fatto sorgere molti dubbi agli studiosi, che nel tempo hanno sviluppato diverse teorie per spiegare come potessero gli uomini trasportare rocce di così ampie dimensioni
fin sulla punta di queste costruzioni. Ma soprattutto, da dove provenga il materiale con cui sono state costruite, stante l’esiguità di cave nelle vicinanze del sito.Ebbene, sembrerebbe che una iniziale risposta potrebbe esser stata trovata grazie alla scoperta, da parte di un gruppo di scienziati egiziani, dei resti di una nave cerimoniale smantellata accuratamente in una serie di travi di legno. Secondo la ricostruzione, l’arrivo del materiale potrebbe essere avvenuto via mare, trasportando la roccia calcarea direttamente da Torah.
La datazione della nave risalirebbe al 2600 a.C., quindi perfettamente in linea con il periodo di costruzione della Piramide di Cheope e contemporanea al periodo temporale in cui è vissuto il faraone Khufu.