Che i videogiochi causano violenza è una diceria che si sente da anni e anni, in qualsiasi parte del mondo, anche noi. Negli Stati Uniti questo accusa viene mossa parecchio soprattutto visto il numero di sparatorie che ogni anno avvengono con scadenze quasi giornaliere. Tra lasciando tutte queste tragedia, un aspetto che dovrebbe far arrabbiare è l‘incapacità di inquadrare le ragioni dietro questi atti. Risulta difficile pensare che veramente la politica negli USA vede nei videogiochi la causa di tutto questo.
Come forse saprete, settimana scorsa sono avvenute due sparatorie negli Stati Uniti. La prima delle due, quella avvenuta ad El Paso, è stata la più cruenta. Fa strano ripeterlo, ma a poche ore dall’accaduto la politica si era già scagliata proprio contro i videogiochi con il Presidente Trump che ci ha speso pure un Tweet
per muovere qualche accusa in tale direzione.
La questione a questo giro è stata però così rumorosa che una nota catena di centri commerciali, Wallmart, ha deciso di eliminare le pubblicità dei videogiochi violenti dall’interno dei negozi. Direi che facendo questo il pericolo è stato scampato e poco importa che all’interno degli stessi edifici si possono acquistare armi da fuoco; ironia. Non è chiaro del perché negli Stati Uniti si sia creato questo capro espiatorio. Forse è dovuto ad una delle stragi più iconiche, quella del Liceo Columbine, eppure dopo oltre vent’anni dovrebbero aver imparato che non c’è nessun collegamento tra le due cose e che dovrebbero concentrarsi su altro.