Utilizzare molto lo smartphone non comporterebbe alcun insorgere di malattie gravi o tumori maligni (Glioma) ne benigni (meningioma, neuroma acustico o tumori delle ghiandole salivari). A ribadirlo è un documento redatto dal Rapporto Istisan “Esposizione a radiofrequenze e tumori“.
Chi si è occupato della ricerca è l’istituto superiore di sanità, Arpa Piemonte, Enea e la Cnr-Irea. Al momento attuale, non vi sono valutazioni ben precise sull’ipotetico rischio di un tumore nel cranio. Inoltre non abbiamo ancora i dati per poter studiare gli effetti delle radiofrequenze dei device utilizzati fin dall’infanzia.
Ad oggi si stanno studiando i rischi di tumori al cervello o dentro al cranio e gli esperti hanno promesso che gli studi chiariranno gli eventuali dubbi e i timori del popolo. L’utilizzo del telefono non risulta associato all’insorgere di neoplasie nei luoghi più esposti alle onde elettromagnetiche che vengono emanate durante le chiamate vocali.
Non ci sarebbe nemmeno rischio per altre parti del corpo soggette alle radiofrequenze del device, come la zona intima. L’analisi di numerosi studi pubblicati in 20 anni circa, non ha fatto emergere alcun problematica o paura futura.
Gli scienziati dichiarano nel documento che i rischi più elevati avuti da precedenti studi non sono stati coerenti con l’andamento temporale dell’incidenza dei tumori al cervello. E considerato il breve periodo di esistenza dei telefoni cellulari – ossia 30 anni circa – non sarebbe possibile un’eventuale correlazione.
Numerosi altri studi sono attualmente in corso, precisano i ricercatori. L’unico dubbio è legato all’insorgere di tumori legati ad una lenta e progressiva esposizione alle onde fin dall’infanzia. Per il momento diversi enti stanno studiando le casistiche ma sembra che alcuni analisi di correlazione geografica non confermino gli studi sul corpo umano di un bambino e il rapporto con le onde radio.