Dopo la rottura con Android, il colosso cinese Huawei ha deciso di mettersi in proprio per realizzare il suo Harmony OS. Si tratta del sistema operativo alternativo che, almeno sulla carta, promette di stravolgere per sempre l’esperienza utente con caratteristiche decisamente interessanti. Lo scopriamo in anteprima oggi, sulla base dell’analisi delle affermazioni fornite dai dirigenti della stessa società.
Huawei: Harmony OS è tra noi, cosa cambia e quali sono le caratteristiche che lo rendono migliore di Android
Harmony OS è stato sviluppato seguendo la logica del duplice modello distribuito in grado di sfruttare i vari nodi connessi per le elaborazioni ed i microkernel. Il primo aspetto fornisce interfacce astratte agli sviluppatori che, in tal modo, possono realizzare applicazioni in modo semplice per tutti i dispositivi, senza preoccuparsi delle implementazioni tecniche di secondo livello. Sicuramente è una evoluzione importante in un universo sempre più connesso. Ma resta da capire quali possano essere gli strumenti messi a disposizioni dei developer.
Ma la parte forse più interessante è quella relativa al lato tecnico. Si usa uno scheduler con prelazione allo stesso modo di quanto fatto dagli altri sviluppatori attivi per la concorrenza. La differenza consiste nel Deterministic Latency Engine, che stando alle prime info si può associare al Multi-Level Feedback Queue usato in Windows e Linux. Un sistema che prevede che i processi abbiano tempo di CPU a disposizione in funzione della coda di priorità in cui sono inseriti, con più code che permettono di gestire diversi livelli di priorità.
Nel Comunicato Ufficiale, l’azienda riporta che: “il Deterministic Latency Engine imposta la priorità di esecuzione dei processi e i limiti di tempo in anticipo. Le risorse gravitano verso i processi con priorità più alte, riducendo la latenza delle applicazioni del 25,7%.” Non vengono però indicati le riduzioni reali dei tempi di latenza. Un dato fondamentale per comprendere l’efficacia del nuovo scheduler. Dalla descrizione sembra che venga dato maggiore tempo di CPU ai processi prioritari. Cosa che ridurrebbe il numero di risorse disponibili per i processi a bassa priorità o in background.
Huawei, tra l’altro, afferma che: “il suo sistema di comunicazione tra processi (IPC, Inter-Process Comumunication) è fino a 5 volte più efficiente rispetto ai sistemi esistenti”. Affermazione che risulta decisamente incisiva se con “sistemi esistenti” si considerano le attuali piattaforme Linux, macOS o Windows.
Restiamo in attesa di ulteriori informazioni. Intanto si scoprono i migliori trucchi per EMUI.