Le Piramidi, ad oggi, riescono ancora a stupire per la loro imponenza e la loro bellezza, come anche per i misteri che celano.
Non sempre, però, sono state apprezzate ed esaltate come avviene al giorno d’oggi: soltanto a cavallo tra il Romanticismo e il secolo breve si è sentito nuovamente il bisogno di ammirarle e comprendere cosa significassero. Perché queste imponenti strutture, non certo del tutto innovative visto le precedenti ziqqurat sumere e babilonesi, hanno per secoli rappresentato sinonimo di prestigio e potere, ma erano altresì correlate alla religione egizia e ad un certo esoterismo che andava diffondendosi lentamente nelle classi alte della società egizia, di provenienza medio-orientale.
Mistero delle Piramidi: nuovi elementi consentiranno di comprendere meglio come sia avvenuta la loro costruzione
Considerate una delle sette meraviglie del mondo antico, le piramidi hanno dunque affascinato gli studiosi di ogni epoca, ma solo negli ultimi 150 anni si è davvero voluto comprendere quale fosse il senso profondo che li portasse ad erigere strutture così colossali, e soprattutto come facessero materialmente a costruirle.
Gli storici, infatti, si sono sempre domandati come a quel tempo fossero riusciti a mettere le pietre l’una dopo l’altra sino alla sommità, vista la scarsità di mezzi. Ma anche un’altra questione ha appassionato gli archeologi, ossia da dove provenissero quelle rocce così grandi e pesanti, data l’esiguità di cave nelle vicinanze del sito.
Ed è proprio questa la risposta che gli studiosi potrebbero aver trovato. Un gruppo di scienziati egiziani, infatti, avrebbe ritrovato i resti di una nave cerimoniale (di cui ormai restano solo le travi e di cui bisogna figurarsi mentalmente la struttura). Questo vorrebbe dire che l’arrivo del materiale potrebbe essere avvenuto via mare, con il trasporto della roccia calcarea direttamente da Torah.
Anche la datazione della nave sembrerebbe coincidere esattamente al periodo in cui visse il faraone Khufu, uno dei grandi promotori di queste opere mastodontiche.