La spinta della tecnologia militare russa ha purtroppo prodotto conseguenze mortali. Il Rosatom del paese ha confermato che cinque persone sono morte e tre ferite dopo un’esplosione l’8 agosto mentre testavano una fonte di energia isotopica. A quanto pare, i test riguardavano il sistema di propulsione liquida di un razzo. La stessa esplosione ha anche aumentato i livelli di radiazioni fino a venti volte più alti nella vicina Severodvinsk per circa mezz’ora.
I funzionari hanno anche ordinato la chiusura nella vicina regione della Baia di Dvina nel Mar Bianco, vicino sia all’impianto militare in cui è avvenuta l’esplosione, sia a un impianto di produzione di sottomarini nucleari.
La dichiarazione di Rosatom non diceva esattamente quale hardware fosse coinvolto, ma il New York Times indicava che avrebbe potuto essere un’arma sperimentale. Il presidente Putin ha parlato del lavoro su un missile da crociera a propulsione nucleare, il Burevestnik o Petrel, che avrebbe una portata effettivamente illimitata. Se quella fosse la fonte dell’esplosione, potrebbe aver subito una battuta d’arresto significativa.
Non sarebbe la prima volta nella memoria recente che la sperimentazione della Russia in armi si è messa nei guai. Si vantava di sviluppare un’arma ipersonica che sarebbe stata pronta entro il 2019, ma una mancanza di risorse e costi elevati ha apparentemente ritardato il progetto. Il paese è determinato a ottenere la superiorità su rivali come gli Stati Uniti e l’Europa, e una tragedia come questa non sarà necessariamente un deterrente.