Il Boeing 737 Max che doveva rappresentare per l’azienda americana una rivalsa nei confronti del rivale Airbus è stato invece fallimentare. La lunga serie di problemi che hanno caratterizzato una frettolosa uscita dell’aeromobile hanno portato infatti alla morte di 346 persone. I due terribili incidenti in Etiopia ed Indonesia avevano bisogno di una spiegazione che finalmente sembrerebbe essere quella definitiva.
A fallire in quelle occasioni sarebbe stato il sistema anti-stallo, meglio conosciuto come MCAS. Il suo funzionamento è strettamente legato a dei sensori posti sulla fusoliera in grado di inviare le misurazioni al computer di bordo.
Partiamo a ritroso, spiegando in breve le motivazioni che hanno portato all’installazione del sistema MCAS. Il nuovo modello del produttore americano ha introdotto due nuovi propulsori in grado di un notevole risparmio di carburante ma decisamente più ingombranti.
Questo ha spinto gli ingegneri Boeing a posizionarli più in alto del profilo alare, causando evidenti mutazioni
nelle caratteristiche di volo. In condizioni di massima spinta infatti si rende necessario l’intervento del sistema anti-stallo per bilanciare un incidenza del muso pericolosa. In fase di progettazione si è infatti osservato che l’aeromobile tendeva allo stallo in alcune fasi del volo.Il piano di coda orizzontale, comandato dal computer riporta il muso del velivolo in posizione di sicurezza. I sensori però durante entrambi gli incidenti hanno effettuato letture errate, inducendo il sistema MCAS a compiere la manovra sbagliata.
E’ ovvio che la situazione della compagnia non sia delle migliori, specialmente dopo il duro attacco subito da Airbus e dal suo A321 XLR. Le fantomatiche promesse del CEO nel quale veniva garantita la risoluzione di tutti i problemi non sono state assolutamente mantenute. Le vendite sono infatti in calo, anche a causa di ulteriori problemi riscontrati. Su alcuni lotti di produzione ci sarebbero problemi alle ali e addirittura al chip della stabilizzazione.