Negli ultimi anni gli utenti che hanno iniziato ad acquistare prodotti online sono aumentati a dismisura, crescita che ha fatto in modo che anche le truffe online aumentassero di numero, purtroppo.
Secondo l’osservatorio ecommerce b2c – Consorzio Netcomm del Politecnico di Milano, nel 2019 gli acquisti online dei soli italiani sono in continua crescita e al momento superano i 31.5 miliardi di euro con un aumento del 15% rispetto a solo un anno fa. Ecco tre modi per evitare di cadere nelle trappole di internet.
Partiamo subito con la prima prevenzione, i metodi di pagamento. Al giorno d’oggi per esempio, PayPal è il metodo di pagamento più sicuro al mondo, che garantisce a chi compra un rimorso nel caso in cui qualcosa andasse storto. Sul sito dell’azienda infatti si legge: “se l’articolo non ti arriva o se è molto diverso dalla descrizione del venditore, possiamo rimborsarti”. Ovviamente la protezione di PayPal non vale sempre, sono infatti esclusi gli immobili, gli articoli su misura, i veicoli a motore e soprattutto gli articoli acquistati di persona.
Come ben saprete, le truffe si nascondono la maggior parte delle volte dietro articoli costosi, proposti a meno della metà del loro valore. In questo caso, oltre a verificare che il metodo di pagamento preveda una protezione per chi acquista, controllate il sigillo di garanzia del sito stesso, come quello di Trusted Shop. Quest’ultimo ha verificato circa 25 mila negozi online, certificati per un acquisto sicuro, non rischiate di acquistare un prodotto solamente perché costa poco, troppo poco rispetto al suo valore, rischiereste di non vederlo mai arrivare a casa vostra.
Ultimo ma non meno importante passo per evitare di essere truffati, sono gli Escrow Agreement, diffusi soprattutto nei paesi anglosassoni. Si tratta di un contratto in base al quale le parti contraenti affidano ad un altro soggetto il mandato per regolare la compravendita, attraverso un deposito fiduciario. In Italia tra i primi a proporlo c’è stato Escrow Italia, che chiede solamente una provvigione massima del 3%, da pagarsi sia dal venditore che dall’acquirente.