La città di Chernobyl è diventata famosa a causa del devastante disastro nucleare che ha cambiato per sempre lo scenario ucraino. Il paesaggio è mutato totalmente al punto tale da essere raccontato in numerosi film e produzioni televisive che hanno posto l’accento sulle terribili condizioni delle persone negli anni seguenti lo scoppio del reattore 4.
Famosissima è l’attuale serie dal nome dell’omonima città, Chernobyl, prodotta da HBO. Lo scopo di questa serie è descrivere lo stato attuale delle cose dopo oltre trent’anni dal terribile incidente causato dalla centrale nucleare. In un luogo come questo, la vegetazione e la fauna non esistono ne potrebbero farlo, proprio per via della massiccia presenza di scorie nucleari. Al momento in quasi tutto il territorio è vietato l’ingresso per l’uomo, anche se nonostante il pericolo e il divieto, c’è chi è andato fino all’area di Chernobyl al solo scopo di realizzar uno “spericolato” quanto “originale” selfie. Ma su questo preferiamo non dire nulla, proprio per la gravità e l’assurdità del fatto.
Le autorità del luogo insieme all’Università di Bristol hanno realizzato un progetto di ricerca volto a scoprire gli effetti e gli angoli “buii” di tutta l’area devastata attorno all’epicentro della centrale nucleare. Tale luogo è definito “zona di esclusione”. Con l’aiuto di droni è stato possibile scoprire tutte le informazioni necessarie sulla zona e sui livelli di radioattività e i risultati emersi sono incredibili.
Oltre 50 perlustrazioni in soli 10 giorni circoscritte alla sola area di 15 km, sviluppatasi intorno all’epicentro di Chernobyl. Sui droni sono stati montati degli spettrometri a raggi gamma per studiar le radiazioni e con l’aiuto dei Lidar, sono emersi nuovi risvolti. Il Lidar altro non è che una tecnica per rilevare e scoprire informazioni sulla distanza di un oggetto o una superficie grazie all’ausilio di laser. Lo scopo è quello di determinare il livello di agenti chimici nell’atmosfera.
I risultati pertanto sono incredibili: vi sono più zone con un livello di radioattività così elevato da non pensare fosse possibile ancora oggi, nel 2019, dopo oltre 33 anni. Impossibile pensare anche solo minimamente allo sviluppo della vita in un’area simile. Lo studio dell’area in questione si è sviluppato partendo da Buriakivka, per passare da Kopachi e arrivare nella Foresta Rossa.