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Radiazioni smartphone: Apple ha nascosto i pericoli dell’iPhone 7

Secondo un recentissimo test commissionato dal Chicago Tribune, l’ormai datato iPhone 7 di Apple, supererebbe leggermente i limiti massimi di emissioni radio legali.

Ovviamente l’azienda di Cupertino si è subito preoccupata di smentire la notizia, ma la FCC si è mobilitata. Scopriamo insieme tutti i dettagli e se questo smartphone è davvero pericoloso per la nostra salute.

 

Apple iPhone 7 è pericoloso per la nostra salute?

Nelle scorse settimane il quotidiano americano Chicago Tribune, ha commissionato un nuovo test indipendente sulle emissioni radio degli smartphone. Dai risultati è emerso che Apple iPhone 7 supererebbe leggermente il limite di emissioni radio legali. La Federal Communications Commission, conosciuta anche come FCC, stabilisce che il tasso di assorbimento specifico, siglato SAR, non deve essere superiore a 1.6 watt.   

Il limite vale indipendentemente dalla distanza del dispositivo dal corpo e nei test effettuati risulta che iPhone 7 ad una distanza di 5mm ha segnato un assorbimento di 2.81 watt

. Un secondo test, eseguito con un dispositivo diverso ma dello stesso modello, ha rilevato 2.8 watt mentre un iPhone 8 ha raggiunto 2.64 watt per kg. Ovviamente negli Stati Uniti, i risultati di questi test hanno sollevato moltissime polemiche.

Non sono nemmeno mancati i dubbi sulle modalità di esecuzione dei test nei laboratori, anche se quest’ultimi non hanno impedito alla FCC di intervenire sulla questione. Quest’ultima ha dichiarato che l’ente sottoporrà nuovamente iPhone 7 e anche altri terminali a dei nuovi test di laboratorio. Ecco la dichiarazione di Apple in merito alla vicenda: “Tutti i modelli di iPhone, incluso iPhone 7, sono completamente certificati da FCC e in tutti gli altri paesi in cui viene venduto iPhone”, ha affermato Apple. “Dopo un’attenta revisione e successiva convalida di tutti i modelli di iPhone testati nel rapporto (Tribune), abbiamo confermato di essere conformi e di rispettare tutte le linee guida e i limiti di esposizione applicabili“.

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Pubblicato da
Veronica Boschi