Da qualche mese a questa parte circolano diverse notizie riguardo l’abolizione del bollo auto, una delle tasse più indigeste agli italiani. Considerando infatti che in molti altri Paesi questa imposta non esiste, o comunque è di gran lunga ridimensionata, i contribuenti non riescono a rassegnarsi all’idea di dover corrispondere un’importo molto superiore rispetto ai propri cugini europei.
Nondimeno, lo stesso ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha in passato esternato la propria contrarietà alla tassa, avanzando anche proposte per renderla più bassa o addirittura abolirla. Certo, fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e nel guazzabuglio della situazione politica attuale è facile fare confusione tra proposte di legge e decreti effettivamente attuati.
Bollo auto: perché non verrà abolito
La crisi di Governo innescata dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha portato instabilità nei piani legislativi dell’attuale formazione parlamentare. D’altra parte, secondo alcuni esperti, l’abolizione del bollo auto non sarebbe mai stata portata avanti effettivamente dalle Regioni.
Pur essendoci la sentenza n. 122 della Corte Costituzionale ad offrire alle Regioni piena autonomia sulle eventuali esenzioni rispetto alla normativa nazionale sul bollo auto, in realtà è altamente improbabile che gli enti regionali si muovano in tal senso. La proposta, motivata da una diminuzione dello spread, cozzava con l’interesse delle Regioni che dal solo bollo auto riescono a ricavare oltre 6,5 miliardi di euro all’anno. Cifre che fanno gola, soprattutto in un momento storico in cui è necessario preservare gli introiti da poter investire in altre opere, a prescindere da quanto viene elargito alle Regioni dallo Stato.
Dopo la crisi di Governo, quindi, questa prospettiva si allontana ulteriormente. Saranno i prossimi mesi a dire che fine farà questa proposta di legge; nel frattempo potremo solo attenderne gli sviluppi.