Il Wall Street Journal ha recentemente condotto una nuova inchiesta che ha rivelato che sulla piattaforma di e-commerce Amazon sono presenti oltre 4.000 prodotti non sicuri, o per lo meno banditi dalle autorità federali degli Stati Uniti.
La testata ha così evidenziato il limitato controllo esercitato dal colosso di Seattle sull’amplia, forse troppa, rete di venditori terzi. Vi ricordo la vicenda di qualche giorno fa, quando sono stati scoperti tantissimi venditori terzi che proponevano imitazioni di Xiaomi Mi Band 4 ad un prezzo molto ridotto.
Amazon.com: presenti tantissimi prodotti non sicuri
L’inchiesta del Wall Street Journal più precisamente, ha portato alla luce 4.152 articoli in vendita all’interno del marketplace, che rientrano tra quelli dichiarati non sicuri dalle agenzie federali. Questi oggetti sono stati classificati in maniera ingannevole o sono stati banditi dalle autorità stesse. Sul totale dei prodotti risultati non regolari, almeno 2 mila sono giocattoli o farmaci, privi di qualsiasi avvertenza di rischio per la salute dei bambini.
Il Wall Street Journal ha identificato almeno 157 prodotti che la piattaforma di Jeff Bezos ha dichiarato di aver vietato, come materassini che possono portare al soffocamento dei bambini, secondo la Food and Drug Administration. Il quotidiano, dopo la scoperta, ha incaricato una società specializzata di effettuare alcuni test su 10 articoli per bambini presenti sulla piattaforma, molti dei quali pubblicizzati come “Amazon’s Choice”.
Una volta ottenuti i risultati hanno scoperto che ben 4 giocattoli su 10 non hanno superato i test basati sugli standard di sicurezza federali. Il 46% dei prodotti era classificato come “venduto e spedito da Amazon”. In seguito alla segnalazione, il 57% degli articoli presenti sulla piattaforma è stato rimosso o la descrizione è stata modificata. Ecco le parole del portavoce della piattaforma: “La sicurezza è una priorità per Amazon, quando emergono situazioni sospette entriamo in azione con prontezza per proteggere i clienti e lavorare direttamente con i venditori, i brand e le agenzie governative“.