Quando si parla di asteroidi non possiamo non riconoscere il costante impegno che le agenzie spaziali ripongono nello studio e nella previsione di eventuali collisioni. Recentemente si è parlato molto di due meteoriti, annunciati dalla NASA in occasione della Conferenza sulla Difesa Planetaria, parliamo di Apophis e QV89.
I due sono molto diversi da loro e sono accomunati unicamente dalla scarsa probabilità che si infrangano sulla superficie terrestre. Nel caso di Apophis i rischi sono tuttavia più concreti, visto che passerà a soli 31.000 chilometri dalla Terra e misura ben 340 metri di diametro.
In ordine di importanza partiremo da Apophis. Il gigantesco asteroide misura un diametro di 340 metri e farà capolino nei pressi del nostro pianeta nel 2029, per tornare successivamente nel 2068. Inizialmente gli scienziati erano spaventati
dalla sua distanza di passaggio, temendo un possibile impatto. Effettivamente 31.000 chilometri non sono poi molti, considerato che sono circa dieci volte di meno di quelli tra Luna e Terra. Nonostante i campi gravitazionali sembrerebbe che le probabilità di impatto siano praticamente nulle, anche se superiori a quelle di QV89.Il piccolo asteroide di 40 metri ha infatti solo 1 possibilità su 7000 di raggiungere la superficie terrestre. Anche la sua distanza di passaggio è nettamente superiore e attualmente stimata a 6.4 milioni di chilometri. Anche lui come Apophis dovrebbe tornare in altre tre date successive al 9 settembre 2019, nel 2032, 2045 e 2062.
Possiamo quindi dormire sonni tranquilli grazie al costante impegno della NASA e di ESA, costantemente a lavoro per calcolare la traiettoria e studiare contro misure per evitare eventuali impatti.