Con lo scopo di delimitare l’area dagli effetti negativi delle sostanze radioattive, 600.000 persone hanno deciso di impegnarsi per isolare la zona devastata. Molti di questi hanno tragicamente perso la vita nel tentativo di regalare un futuro ai propri concittadini. Si è messa in piedi una cupola di contenimento nell’intorno geografico del Reattore 4. Oltre 400.000 metri cubi di cemento e 7200 tonnellate di acciaio sembrano non essere serviti a contenere la furia distruttiva degli elementi. La struttura mostra segni di cedimento ponendo in primo piano le preoccupazioni di SSE Chernobyl NPP,
incaricata della supervisione.Le immagini dei droni non presagiscono nulla di buono e cresce la paura per una nuova fuoriuscita che rischia di mettere in ginocchio la popolazione locale.
Il team ha realizzato 50 voli di droni durante 10 giorni, mappando un’area di 15 km quadrati, utilizzando un sistema basato sul laser pulsato chiamato Lidar adatto a esaminare la superficie terrestre. Il rilevamento delle radiazioni è stato fatto attraverso tecnologie ad alta risoluzione, come uno spettrometro a raggi gamma leggerissimo montato sui droni.
Il percorso dei velivoli è partito dal villaggio di Buriakivka, a 13 km di distanza dall’epicentro dell’incidente, successivamente sono passati per Kopachi fino ad arrivare alla Foresta Rossa. Proprio quest’ultima zona, dal colore rosso a causa dell’esplosione, dista meno di un chilometro dalla centrale nucleare di Chernobyl e si tratta di una delle più radioattive al mondo. Sebbene era già noto che i livelli delle radiazioni fossero molto elevati nella Foresta Rossa, gli autori hanno rintracciato qualche “punto inaspettato” in cui la radioattività è ancora più elevata del previsto.