I nostri Conti corrente sono attualmente sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate, che si sta servendo dell’Evasometro per individuare casi di evasione fiscale e verificare se i risparmi coincidono con quanto effettivamente dichiarato.
Non si tratta, tuttavia, di uno strumento del tutto nuovo: l’Evasometro è stato, infatti, introdotto sette anni fa dal governo Monti e conosciuto come Risparmiometro, ma solo quest’anno è divenuto operativo a tutti gli effetti, dopo un lungo periodo di sperimentazione. I controlli interessano i movimenti bancari di tutti i privati, i liberi professionisti, i titolari di partita IVA, delle aziende e, più in generale, si presterà particolare attenzione a tutte quelle situazioni che rappresentano un profilo di rischio elevato.
Controlli del Fisco, al via l’Evasometro per incastrare i furbetti
Per effettuare i controlli, l’Agenzia delle Entrate sta incrociando i dati in suo possesso con quelli della Guardia di Finanza, e a partire da questi dati analizzare le entrate e le uscite confrontando i dati raccolti con quelli emersi dalla dichiarazione dei redditi.
Nel caso in cui dovessero emergere spese più alte rispetto a quanto dichiarato, allora scatteranno ulteriori verifiche della Guardia di Finanza. Prima di passare alla sanzione, i sospettati dovranno fornire tutte le spiegazioni necessarie al chiarimento delle presunte anomalie, fornendo la documentazione richiesta, ovvero “dati e notizie rilevanti ai fini dell’accertamento nonché avviare, in caso di accertamento, il procedimento per adesione”. I fattori che vengono considerati per valutare il rischio evasione sono: i flussi mensili in entrata/uscita, la giacenza media del conto corrente e il saldo iniziale e finale dell’anno.