Esplorare lo spazio e andare oltre ciò che ci è noto ha da sempre caratterizzato una grande parte dei desideri umani. Da quando l’uomo ha iniziato a porsi interrogativi riguardo le proprie origini, riguardo cosa lo circondasse e cosa ci fosse oltre il suo grande – ma comunque limitato – mondo, superare i confini è stata tra le ambizioni più alte della nostra specie.
Negli ultimi 100 anni sono state svolte ricerche straordinarie che hanno portato a scoperte sensazionali, capaci di accrescere enormemente la nostra comprensione dell’universo tutto e di ricondurre il tutto a schemi razionali e reiterati, validi anche per pianeti e galassie diversi dalla nostra.
Basti pensare alla prima osservazione di un buco nero per averne la conferma. Il punto osservato, corrispondente al centro della galassia M87, sembrava riprodurre esattamente l’immagine di un buco nero per come era stata ipotizzata dagli scienziati. Gli studi decennali sul tema hanno quindi trovato una grandissima conferma, rassicurando gli esperti di star procedendo sulla giusta strada.
Ma le risorse limitate sul nostro pianeta, oltre alla necessità mai sopita di entrare in contatto con forme di vita diverse da quelle a noi note,
hanno portato gli scienziati a volgere la propria attenzione verso un altro tipo di ricerca. Che al momento sembra essersi rivelata in parte fruttuosa.Giunge dalla NASA la notizia che il telescopio spaziale TESS ha individuato tre nuovi pianeti che orbitano attorno alla stella GJ-357. Di questi tre, uno sembrerebbe addirittura abitabile e si trova a circa 31 anni luce da noi. GJ-357D – così è stato ribattezzato – ha una massa sei volte più grande rispetto quella del nostro Pianeta e dimensioni pari, probabilmente, a circa una o due volte più grandi della Terra.
Questo pianeta impiega 55,7 giorni per ruotare intorno alla sua stella. La temperatura media al momento pare essere attorno ai 127°C, ma ulteriori approfondimenti riusciranno a definire se il pianeta sia dotato o meno di atmosfera. Questo sarebbe un tassello fondamentale per valutarne la vivibilità: se ne fosse provvisto, sarebbe capace di trattenere il calore necessario alla formazione di corsi d’acqua superficiali e quindi allo sviluppo della vita.
Al momento non si sa ancora molto, ma ulteriori informazioni arriveranno grazie alle nuove osservazioni approntate dal telescopio.