Negli ultimi mesi, Renault è finita nell’occhio del ciclone per uno scandalo che la vede protagonista. La casa francese, infatti, sarebbe responsabile di problemi di fabbricazione su migliaia di motori forniti dall’azienda.
Non sarebbe la prima volta che, in questi anni, una casa automobilistica viene inquisita per presunti illeciti: basti pensare a Volkswagen e allo scandalo sul diesel-gate, che sollevò numerose polemiche e creò un forte malcontento fra i clienti. Ma oggi Renault sembra essere in guai seri per i difetti riscontrati su moltissime auto, anche non necessariamente dell’azienda stessa: i motori prodotti da Renault, infatti, sono montati anche su automobili di aziende terze, pertanto il problema raggiunge proporzioni notevoli.
Scandalo Renault: in 400.000 i veicoli che presentano difetti di fabbrica
A dare l’allarme un’inchiesta portata avanti dalla testata giornalistica francese QueChoisir, la quale ha rilevato un problema comune a moltissimi motori prodotti da Renault. Sembrerebbe che, infatti, i motori 1.2 benzina (in particolar modo quelli creati con componenti H5FT, fabbricati fino al 2018) smettano improvvisamente di funzionare a causa del consumo eccessivo di olio.
Secondo quanto riportato, sono stati analizzati casi in cui i propulsori consumavano più di un litro di olio ogni 1000 km percorsi. Il problema interessa le automobili che montano questo motore 1.2, in particolare:
Renault (1.2 TCe 115/120 e 130 ch)
- Clio 4
- Captur
- Kadjar
- Kangoo 2
- Mégane 3
- Scénic 3
- Grand Scénic 3
Dacia (1.2 TCe 115 e 125 ch)
- Duster
- Dokker
- Lodgy
Mercedes (1.2 115 ch)
- Citan
Nissan (1.2 DIG-T 115 ch)
- Juke
- Qashqai 2
- Pulsar
I costi di riparazione del motore sarebbero troppo elevati (si parla di cifre fino ai 10.000 euro). Il risvolto più grave della vicenda, però, sta nella mancata assunzione di responsabilità da parte dell’azienda, che quindi non vorrebbe riconoscere il problema in garanzia, costringendo i clienti a sobbarcarsi della spesa per la riparazione.