il 26 ottobre 1986, come tutti noi sappiamo, una violenta esplosione distrusse completamente il reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl. Scoperchiandosi, quindi, il reattore incriminato rilasciò nell’aria quantità di radiazioni mai viste prima che hanno praticamente reso invivibili tutte le aree alle vicinanze.
In seguito al boom di ascolti che ha riscosso la serie TV Chernobyl prodotta dalla HBO in collaborazione con Sky Atlantic, l’attenzione sulla città radioattiva è salita alle stelle. Ad oltre 30 anni dall’incidente nucleare, infatti, i livelli di radiazioni risultano essere ancora elevati e i casi di tumori legati all’incidente aumentano ogni giorno che passa.
Negli ultimi anni, in seguito alla messa in sicurezza del reattore, la situazione è stata pressoché stazionaria. Un sarcofago enorme composto da tonnellate e tonnellate di ferro e cemento, infatti, ha letteralmente inglobato il reattore 4 dimezzando di molto i livelli di radiazioni nell’aria. Nonostante ciò, però, grazie ad alcuni droni sono stati scoperti dei nuovi problemi nell’area circostante. Scopriamo di seguito i dettagli.
Chernobyl: a 30 anni dal disastro nucleare emergono nuovi pericolosi problemi
Per effettuare delle indagini sulla città di Chernobyl sono stati utilizzati dei droni che hanno controllato un area di 15 km introno all’epicentro. Su questi ultimi, infatti, sono stati montati degli spettrometri ad alta capacità che, attraverso una tecnica chiamata Lidar, hanno fatto delle scoperte sconcertanti. A quanto pare, infatti, i livelli di radiazioni risultano essere ancora elevatissimi dopo più di 33 anni dall’incidente nucleare. Lo studio dell’area in questione si è sviluppato partendo da Buriakivka, per passare da Kopachi e arrivare nella Foresta Rossa.