Durante le ferie di metà Agosto, gli italiani hanno dovuto riprendere a lavorare con una notizia che ha destabilizzato le certezze e le priorità di molti. Il Governo ha dichiarato la “crisi nazionale” e sulla sua ipotetica soluzione, il presidente Mattarella e gli organi preposti ci stanno ancora lavorando.
C’è chi ha definito questa come “la crisi più pazza del mondo” (ironicamente parlando) e ha portato con sé delle conseguenze nefaste circa una serie di sentenze e provvedimenti di cui tanto si parlava nei mesi precedenti. Fra tutti infatti compare proprio la proposta dell’abolizione del bollo auto.
Bollo auto: la proposta di abolizione è ormai un lontano ricordo
Anche il vicepremier Di Maio (ormai “ex”) si era mostrato favorevole alla cancellazione dell’odiata tassa illegittima e stava spingendo per forzare il processo di abolizione. Tuttavia la Corte Costituzionale, già espressa in passato circa l’argomento, aveva conferito soltanto una maggiore libertà legislativa alle Regioni a riguardo, ma non aveva mai parlato di cancellazione totale.
Conferire maggiore potere decisionale e più autonomia circa la questione del “bollo auto” avrebbe significato anche la possibilità di veder l’odiata imposta ad un importo più elevato. Di fatto ogni Regione avrebbe potuto abolire la tassa, ridurla o aumentarla, indipendentemente da quello che avrebbero scelto di fare le altre autonomie locali. Ad ogni modo l’abolizione è oramai un lontano ricordo.
La sentenza dichiarata da Di Maio aveva infatti ragioni più profonde: forte dell’abbassamento che aveva subito lo Spread mesi prima, sembrava possibile l’abolizione, nonostante la perdita di oltre 6,5 miliardi di Euro annui ricavati dalla riscossione del pagamento del bollo regionale. Senza tale entrata nelle casse statali non avrebbe permesso investimenti per rilanciare alcuni settori molto più produttivi. Al momento bisogna mettersi il cuore in pace ed aspettare la formazione definitiva del nuovo governo.