La casa automobilistica francese è finita alla ribalta dei giornali in tutta Europa per via di uno scandalo che la vede protagonista. Sicuramente non è la prima volta che un’azienda in questo settore finisca sulla bocca di tutti, negli ultimi anni. Si pensi ad esempio a Volkswagen e al suo diesel-gate. D’altra parte, le proporzioni di questa circostanza sono tali da doverne necessariamente discutere, spiegando prima cosa sia accaduto e fornendo poi una chiave di lettura sulla base della posizione dell’azienda.
Tutto è iniziato quando un numero sempre crescente di clienti ha rilevato una serie di problematiche al motore della propria automobile. Quest’ultimo, infatti, sembrava smettere di funzionare improvvisamente e senza un apparente motivo.
Un’inchiesta avviata poi dal giornale francese QueChoisir ha fatto luce sulla vicenda, facendo emergere dettagli molto gravi per la reputazione dell’azienda.
Le problematiche, secondo le indagini e gli approfondimenti effettuati, sembrerebbero interessare i motori 1.2 benzina (in particolare quelli creati con componenti H5FT
, fabbricati fino al 2018).A quanto pare, il motore si rompeva improvvisamente per via dell’eccessivo è anomalo consumo di olio. In alcuni casi, il motore consumava più di un litro d’olio ogni 1000 km percorsi. I modelli interessati dal problema non appartengono soltanto a Renault, ma anche ad altre case automobilistiche che ne sfruttano le componenti per le proprie auto. Vi riportiamo l’elenco completo:
Renault (1.2 TCe 115/120 e 130 ch)
Dacia (1.2 TCe 115 e 125 ch)
Mercedes (1.2 115 ch)
Nissan (1.2 DIG-T 115 ch)
Al momento, sembra che l’azienda non voglia sobbarcarsi la responsabilità di questi difetti di fabbricazione, demandando la riparazione ai clienti stessi – che in alcuni casi potrebbero arrivare a spendere 10.000 euro solo per sostituire il motore.
Si spera che Renault modifichi la propria posizione e venga incontro ai clienti vittima di questa situazione.