Sviluppato da Bloober Team, la società di giochi polacca che ha creato i precedenti titoli horror come: Observer e la serie Layers of Fear, il nuovo gioco si svolge due anni dopo gli eventi del film originale e vede i giocatori entrare nei panni di Ellis, un uomo che si unisce una squadra di ricerca per aiutare a trovare un ragazzo perso nei boschi di Burkittsville, nel Maryland. Ad accompagnare Ellis nel suo viaggio c’è Bullet, il suo fedele compagno canino, ed è accompagnato anche da un telefono Nokia adatto all’epoca e, poiché non sarebbe un titolo Blair Witch senza di esso, una videocamera.
Impressioni sul gameplay
Più o meno allo stesso modo in cui il Blair Witch Project, pur non essendo stato il primo filmato di repertorio (ma innegabilmente quello che ha dato il via all’interesse di massa per il genere), ha generato innumerevoli ripetizioni dello stesso concetto negli anni, giochi come Amnesia: The Dark Descent e Slenderman hanno portato a una sovrabbondanza di titoli horror simili. Infatti, anche se l’idea di eliminare il combattimento da un gioco al fine di infondere un senso di paura e impotenza prima veniva considerato come un concetto nuovo, adesso fa apparire l’opera come un film già visto troppe volte. Una semplice ricerca di titoli indie horror psicologici su Steam rivelerà centinaia, se non migliaia, di questi tipi di giochi.
Blair Witch ha combattimenti, ma quei momenti sono pochi e lontani tra loro, e molto più verso le linee di Alan Wake di Resident Evil. Invece di una pistola Ellis è armato solo con la sua torcia, che, insieme al suo uso ovvio, è la sua unica difesa contro i mostri strani e sfocati nei boschi. Proprio come Alan Wake dovrebbe puntare la torcia verso i nemici per disinnescare i loro scudi, Ellis può puntare la sua luce sulle creature per spaventarle. Veloci e pericolosi, questi mostri sono difficili da individuare nel buio e i giocatori devono fare affidamento sui ringhi di Bullet per capire la giusta direzione.