I due terribili incidenti di Chernobyl e Fukushima hanno segnato una popolazione intera e hanno creato nella mente una vera e propria fobia nei confronti degli impianti nucleari. Non appena compare qualche problema ad un impianto infatti, si scatena il panico. Nel Settembre del 2017 a tal proposito, una misteriosa nube radioattiva ha solcato i cieli dell’Europa.
Dalle indagini emerse, si è visto che ha rilasciato Rutenio-106, un isotopo del Rutenio standard. I valori che si attestavano sopra i 176 millibacquerel per metro cubo erano infatti sopra la media rispetto a quelli dichiarati dopo l’incidente di Fukushima.
Nube radioattiva: qual era la vera causa?
Al di là della paura per la nube in sé, moltissimi scienziati hanno scongiurato il rischio di pericolo per la popolazione, lavorando alacremente per diversi mesi. Un team di 70 esperti infatti ha indagato sulle possibili cause anche se al momento non è arrivata ancora una risposta ufficiale. Soltanto ipotesi e congetture visionabili sul sito del PNAS.
La prima idea è stata legata ad un problema legato all’impianto di riciclo delle scorie in qualche fabbrica nel territorio russo, tuttavia non si sono verificati pericoli di fusioni nucleari fino al mese di Agosto. Dalle ricerche si è visto poi che nel cuore della città di Ozersk vi sia la causa del problema che ha scatenato la nube radioattiva.
E’ nella fabbrica di Majak infatti che vi è la fabbrica nucleare più grande al mondo dopo quella di Fukushima e Chernobyl. La società Rosacom è stata individuata come responsabile del disastro, tuttavia essa ha prontamente smentito, scaricando la responsabilità su un satellite caduto dall’atmosfera terrestre. Gli oltre 1300 controlli però affermano il contrario, dando la colpa all’azienda russa. Che vi sia sotto un insabbiamento coperto dal governo russo?