Nell’ultimo periodo, il nucleare è tornato al centro dell’attenzione nel dibattito pubblico, soprattutto a seguito del successo planetario riscosso dalla serie TV Chernobyl. Intitolata al disastro nucleare, questa serie ha portato luce su quanto avvenuto a ridosso dell’incidente che determinò l’esplosione in corrispondenza del reattore 4 della centrale.
Ma a volte la storia si ripete, in forme e modalità che non ci è dato di comprendere. Questa affermazione è tanto più vera quanto più si viene a conoscere su un sinistro incidente, avvenuto lo scorso 8 agosto presso Arkhangelsk, in Russia. La città è capoluogo di una regione dove è presente il poligono militare di Nyonoksa, che rappresenta una delle basi militari strategiche posizionate sulle coste del Mar Bianco.
Nell’esplosione, che è stata peraltro visibilissima e udibilissima dalle città nelle vicinanze, sembrerebbero essere deceduti cinque scienziati.
Le autorità russe avevano garantito inizialmente che non ci fosse alcun tipo di rischio per quanto riguardava la radioattività. Dopo pochi giorni, però, i rilevatori posizionati nelle città vicine hanno segnalato livelli preoccupantemente elevati di elementi radioattivi nell’aria.
Contrariamente alle iniziali smentite, dunque, la nube radioattiva ha continuato a diffondersi tra Russia Europea e Asia Centrale. Per fortuna, la propagazione non ha interessato per il momento nessuna zona abitata dell’Europa, se non una porzione piuttosto estesa del Mar Mediterraneo a sud della Turchia.
Si attendono dunque chiarimenti, nella speranza che non vi siano ripercussioni sui civili di qualsiasi zona interessata. Al momento, però, il Governo russo sembra restio a fornire i chiarimenti dovuti.