Lo spazio ci riserva ancora tanti misteri da svelare. Quanto a conoscenza, infatti, noi siamo appena riusciti a scalfire la superficie nel percorso che porta alla comprensione del nostro universo. D’altra parte non si può dire che non l’abbiamo fatto “in grande stile”: si pensi al primo sbarco sulla Luna o alle tantissime missioni spaziali che si stanno effettuando per meglio carpire i segreti del nostro Sistema Solare e della nostra fetta di universo.
Talvolta, però, giungono notizie che pare impossibile ignorare, fosse anche solo per il fascino di alcune scoperte e per le novità che esse portano rispetto alle conoscenze attuali. Questi giorni, infatti, è stata diffusa la notizia della scoperta di una gigantesca fionda gravitazionale (definita da alcuni Super fionda planetaria) a breve distanza dal nostro pianeta.
Super fionda gravitazionale: una scoperta che ha lasciato tutti a bocca aperta
Negli scorsi giorni, gli scienziati della NASA hanno rilevato la presenza di un singolare fenomeno, che si verifica attorno alla stella HR 5183, distante circa 100 anni luce da noi. Tra i pianeti del sistema di questa stella, ve n’è uno di notevoli dimensioni che presenta un’orbita assolutamente nuova, per lo scarso grado di eccentricità che essa presenta.
Il percorso del pianeta attorno a HR 5183 segue infatti un’orbita ellittica estremamente schiacciata, avente i due estremi molto distanti fra loro. Si stima infatti che la distanza tra il punto più lontano dell’orbita planetaria e la stella in questione sia superiore alla distanza tra il Sole e Nettuno. La massa del pianeta risulta essere circa tre volte quella di Giove, e la sua orbita oscilla in un periodo compreso tra i 45 e i 100 anni. Quando il pianeta, ribattezzato HR 5183b, si trova nel punto più vicino alla stella, viene “lanciato” nuovamente lungo la sua orbita, proprio come se si trattasse di una gigantesca fionda planetaria.
La scoperta è affascinante perché non si era mai osservata un’orbita così ellittica tra i pianeti noti. Studiarla potrebbe permettere di comprendere meglio la formazione ed evoluzione dei pianeti extrasolari.