Nei giorni passati l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) è stata costretta a deviare la traiettoria del suo satellite meteo Aeolus con una manovra d’emergenza per evitare lo scontro con uno Starlink di SpaceX nell’orbita bassa della Terra.
Lo spazio destinato ai satelliti specializzati in osservazioni e telecomunicazioni terrestri è da sempre un po’ affollato di oggetti e detriti, ma di recente il rischio collisioni per i quasi 8mila vettori lanciati dal 1957 (molti inattivi e spenti) è aumentato esponenzialmente. Per gli USA si parla di una probabilità su 1.000, ben oltre la soglia di sicurezza.
Se ci fosse stato l’impatto, le perdite economiche per ESA sarebbero state importanti, visto che gli Aeolus pesano 1.300 chilogrammi e rappresentano un investimento di mezzo miliardo di euro per migliorare la conoscenza della Terra. Al contrario il più piccolo Starlink 44
, facente parte della costellazione di satelliti lanciati in orbita meno di un anno fa dalla SpaceX di Elon Musk, costa molto meno e serve a dare la copertura Internet in ogni angolo della Terra.In questo scenario, però, il lancio di satelliti crescerà decisamente nei prossimi anni, vista la progressiva alfabetizzazione digitale che i paesi più arretrati stanno raggiungendo. Infatti, già ora l’ESA ha reso noto di aver effettuato manovre anti collisione oltre venti volte verso satelliti dismessi e detriti, ma mai di doversi difendere da un altro satellite operativo.
Dopo qualche accusa velata lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea, c’è stata la presa di posizione di SpaceX. Musk e soci avrebbero accusato una falla nel sistema di comunicazioni, ma ciò non ha spiegato il loro assoluto silenzio alle richieste di ESA di spostare lo Starlink 44.