Nel corso degli scorsi giorni le stazioni meteorologiche russe hanno rilevato i segni di una nube radioattiva in rapido movimento sull’Est Europa. Dopo l’incidente di soli 2 anni fa presso uno stabilimento vicino ai monti Urali torna a riaffacciarsi quindi l’incubo di Chernobyl.
La causa di tutto sarebbe da ricercare in un test missilistico finito male, effettuato l’8 agosto scorso. Dalle prime indiscrezioni sarebbe coinvolto il nuove missile Burevestnik e le esplosioni sarebbero state due a distanza di poche ore l’una dall’altra. L’incidente sarebbe avvenuto nei pressi del poligono di Nenoska vicino alla città di Severodvinsk. Vista l’enorme quantità di radiazioni emesse, alcune stazioni in Norvegia avrebbero rilevato delle anomalie nelle ore successive all’esplosione.
La prima delle due esplosioni avvenute l’8 agosto sarebbe stata registrata alle ore 9 con una successiva anomalia avvenuta solo due ore dopo. Il missile prodotto da Rosatom
avrebbe avuto un difetto di progettazione, esplodendo durante la fase di recupero in mare. I problemi sarebbero probabilmente generati dal nuovo sistema di propulsione utilizzato che vede la presenza di un reattore nucleare miniaturizzato. Questo sarebbe infatti confermato dagli isotopi rinvenuti all’interno della nube radioattiva.Al momento osservando al satellite la zona di Nenoska si può osservare una delle due piattaforme di lancio palesemente spostata rispetto alla posizione iniziale. Questa sarebbe poi parzialmente affondata, confermando le indiscrezioni sulle dinamiche dell’incidente. Il governo russo non ha fornito ulteriori informazioni sull’accaduto, proibendo però la navigazione in un’ampia sezione di mare adiacente al luogo dell’esplosione.
Per i cittadini della costa vige inoltre il divieto di balneazione o di qualsiasi altra attività legata allo specchio d’acqua interessato dal test missilistico. Purtroppo ancora una volta la Russia non ha imparato dai suoi errori, dimostrando che il passato non è stato sufficiente.