L’Agenzia delle Entrate ha pensato bene di applicare una risoluzione sui costi della pratica per conseguire la patente di guida, decretando un aumento del 22% a causa della pressione dell’IVA.
Per farvi un esempio, si vi recavate a fare pratica nelle autoscuole, tutte le lezioni di guida che servivano a prepararvi all’esame finale erano esenti dall’imposta. Cambiando lo scenario, i consumatori saranno dunque costretti a pagare ogni lezione di guida il 22% in più, e sappiamo che non ne bastano le canoniche 3-4 come vorrebbe la Motorizzazione Civile.
Ovviamente, le scuole guida non saranno da meno in questo salasso visto che non procederanno ad alcuno sconto su questo aumento improvviso. Ma non finisce qui, perché dopo il danno dell’IVA arriva anche il dispositivo della retroattività della risoluzione dell’Agenzia delle Entrate. Infatti tutti i neo patentati che hanno conseguito l’esame dal 2015 dovranno versare il 22% di IVA al Fisco.
Patente di Guida: il Fisco aumenta i prezzi, ecco le novità
Sembra assurdo ma è vero, e pare che le autoscuole s’incaricheranno di contattare i vecchi allievi per chiedere di pagare l’arretrato a fronte di zero interessi o sanzioni (e ci mancherebbe diremmo noi!).
La risoluzione del Fisco è solo un atto dovuto che ottempera ad una sentenza della Corte di giustizia europea (del 14 marzo 2019 nella causa C-449/17) che revoca di fatto la precedente esenzione dall’imposta riconosciuta alle lezioni di scuola guida finalizzate al conseguimento della patente.
Dunque, riassumendo, il regime IVA delle scuole guida è modificato da esente a imponibile, il quale da diritto alla detrazione dell’imposta corrisposta sugli acquisti di beni e servizi relativi all’attività esercitata, con riferimento alle medesime annualità rispetto alle quali il contribuente è tenuto ad effettuare la variazione in aumento.
Il diritto, come stabilisce la circolare 1/E/2018, può essere esercitato mediante la medesima dichiarazione integrativa con cui si deve dare evidenza dell’imposta a debito.