La triste storia che ha per protagonista la centrale nucleare Chernobyl e la vicina cittadina di Pryp’jat’ è molto triste e recentemente tornata in vita per vari motivi. Dopo la produzione originale creata e messa in scena da HBO e Sky, l’attenzione dei media si è riversata tutta sul luogo del disastro del 1986, dove ora ogni forma di modifica umana è stata infestata dalla natura selvaggia.
Sebbene l’attenzione popolare, quindi, sia tornata a far luce sul disastro del nucleare ai tempi dell’Unione Sovietica, in realtà gli studi in questa zona sono sempre continuati e oggi, attraverso l’implementazioni di nuove tecnologie, sono progrediti rivelando qualcosa di molto negativo.
A seguito di un alta opera di sanificazione, cementificazione e costruzione, la centrale nucleare e la cittadina di Pryp’jat’ “erano state rese sicure” al fine di limitare la diffusione di materiale radioattivo e altro. Come noto i posti sono diventati dei veri e propri luoghi fantasma
dove per accedere servono permessi o si deve far parte di un tour dell’orrore riconosciuto.Lì, dove il reattore numero quattro esplose, una grossa cupola è stata costruita con l’intenzione di mitigare e bloccare le radiazioni ancora alte, ma oggi una rivelazione sull’intera zona sta facendo preoccupare tutta l’Europa. Recentemente, la SSE Chernobyl NPP – incaricata della supervisione attiva della zona – ha sfruttato dei droni per effettuare un’analisi per imaging. Partiti dal paesino di Buriakivka, a 13 chilometri di distanza, i droni hanno sorvolato la zona fino alla Foresta Rossa mappando così una zona pari a quindici chilometri quadrati. Grazie ad un sistema basato sul laser chiamato Lidar è stato possibile esaminare la superficie terrestre che, nonostante le previsioni, risulta possedere dei livelli di radioattività ancora più elevati del sospettato.