Dall’uscita della serie TV Chernobyl, milioni di spettatori si sono chiesti se la produzione HBO sarebbe riuscita a rendere giustizia a quello che, ad oggi, rappresenta il più grande disastro nucleare di cui l’umanità sia stata testimone.
E, sorprendentemente, bisogna ammettere che la serie ha riportato i fatti come mai erano stati dipanati, soprattutto portandoli all’attenzione delle nuove generazioni che quel disastro non l’hanno vissuto, ma soltanto conosciuto indirettamente.
Se questa serie ha avuto un merito, inoltre, è stato di riportare l’accento su una questione estremamente dibattuta e quanto mai attuale: la necessità di trovare energia da nuove fonti, che risultino più sicure e prive di controindicazioni letali. E’ inconcepibile che, con il progresso tecnologico raggiunto al giorno d’oggi, non si riescano ancora a investire fondi per trovare una risoluzione definitiva al problema.
Nube radioattiva dalla Russia, si teme una nuova Chernobyl
A conferma di queste preoccupazioni, lo scorso 8 agosto si è verificato un sinistro incidente presso il poligono militare di Nyonoksa, sulle coste del Mar Bianco. Un’esplosione di enorme portata, che è stata percepita anche a numerosi chilometri di distanza e ha provocato la morte di 5 scienziati.
Il Governo Russo, fra l’altro, non ha chiarito le cause dell’incidente e neppure le dinamiche, garantendo però che non ci fosse un aumento della radioattività correlato all’evento. Diversamente da quanto garantito, invece, i rilevatori posizionati nelle città vicine hanno segnalato livelli preoccupantemente elevati di elementi radioattivi nell’aria. Tanto che, all’indomani dell’esplosione, il New York Times la paragonava ad una nuova Chernobyl, le cui cause sono però tenute ben nascoste agli occhi dell’opinione pubblica.
Di fatto, la nube radioattiva ha continuato ad espandersi tra Russia Europea e Asia Centrale. Al momento la propagazione sembra non aver colpito nessuna zona abitata dell’Europa, se non una porzione piuttosto estesa del Mar Mediterraneo a sud della Turchia.