Pianeti simili alla Terra sono emersi dopo le analisi degli astronomi e degli esperti ora alle prese con lo studio dei cosiddetti esopianeti. Trattasi di formazioni planetarie che si trovano al di fuori della zona solare. Orbitano lontane dalle stesse ad oggi conosciute ma per loro morfologia sembra possano essere idonei ad ospitare la vita.
Formalmente riconosciuti dalla comunità scientifica, si inseriscono nel novero di una lista che conta 4.100 pianeti extrasolari in 3.055 sistemi planetari diversi (di cui 665 multipli). Oltre questo esistono anche 2.492 esopianeti con altri 209 corpi stellari come potenziali candidati aggiuntivi. Il punto della questione è il seguente: potremmo non essere soli in questo universo. La probabilità di nuova vita è alta dopo quelle che sono le ultime scoperte scientifiche.
Pianeti abitabili: la nostra nuova casa è al di fuori della Terra conosciuta
Recenti studi pongono in evidenza una questione che affascina. L’argomento è la vita su altri pianeti. Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo chiesti: “Siamo soli in questo enorme Universo?“. La risposto potrebbe essere stata già data dall’equipe di scienziati ora impegnati nell’analisi dei corpi celesti extra-solari. Quello che è stato riconosciuto come GJ 357d è solo l’ultimo esempio di come la vita potrebbe essere resa possibile anche altrove. Si trova nella costellazione Hydra e possiede morfologia e caratteristiche tali garantire l’esistenza del genere umano.
Si confermano aspetti caratteristici in linea con le specifiche di vivibilità ideali. Clima e temperatura sono favorevoli per un pianeta la cui massa è pari a 6 volte quella del nostro pianeta. Viene ribattezzata come Super Terra, un sistema il cui moto di rivoluzione si compie in soli 55 giorni. Le parole degli esperti lasciano ben sperare su un futuro avvenire della vita in questi remoti luoghi astrali. Ecco cosa è stato detto al riguardo:
“Ci sono alte probabilità che l’esopianeta possa ospitare condizioni favorevoli alla vita per la sua distanza rispetto alla stella madre, da cui riceve la stessa quantità di energia stellare che Marte riceve dal Sole. Inoltre, lo spessore e la densità dell’atmosfera dell’esopianeta lasciano pensare che col tempo la sua superficie possa avere il calore necessario per trattenere l’acqua e trasformarla allo stato liquido.”