Il Boeing 737 Max era stato pubblicizzato come l’aereo più sicuro del mondo, ma purtroppo le ultime vicende hanno evidenziato il contrario. I due incidenti in Etiopia ed Indonesia hanno infatti portato alla morte di 346 a causa di un nuovo sistema introdotto sull’ultimo modello di aeromobile.
Una serie di omissioni e di errori sono stati probabilmente la causa primaria dietro l’incidente. La responsabilità accertata è però da ricercarsi nel sistema anti-stallo MCAS, necessario sul nuovo 737 per ovviare ad alcune modifiche alle caratteristiche di volo. La rivalità con Airbus ha poi aggravato ulteriormente la posizione dell’azienda, accelerando la data di presentazione. Le indagini sul disastro hanno poi portato a scoprire nuovi retroscena, scopriamo quali.
Le modifiche introdotte al Boeing 737 Max hanno portato una serie di sconvolgimenti nell’assetto di volo. Di questo però non erano state informate le compagnie aeree che avevano riposto nel nuovo aeromobile estrema fiducia. La riduzione
nel consumo di carburante è stata possibile solo grazie ai nuovi propulsori, montati in maniera differente sull’ala. La posizione rialzata rispetto al profilo alare ha tuttavia modificato il baricentro, aumentando il rischio di stallo.Il pericolo maggiore si ha in fase di decollo, condizione in cui i motori hanno la spinta massima. L’MCAS ha infatti il compito di riportare il muso in condizione di sicurezza, aiutando il pilota. Il giorno dei due incidenti tuttavia qualcosa è andato storto a causa di un probabile guasto ai sensori. Le loro letture errate hanno purtroppo portato il computer ad effettuare una manovra errata, causando l’inevitabile schianto.
Dopo attente indagini gli inquirenti hanno scoperto altri due terribili difetti sull’aeromobile americano che ne aumenterebbero ulteriormente la pericolosità. Il primo sarebbe relativo alle lamelle di congiunzione delle ali, mentre il secondo riguarderebbe il chip di stabilizzazione. Non si arresta quindi l’odissea del 737 Max che è già costato all’azienda miliardi di dollari di danni.